La danza rituale maori della nazionale neozelandese è entrata a far parte di un accordo di libero scambio con il Regno Unito. Ed è scoppiato il dibattito
L’haka, la danza tradizionale ballata dalla nazionale di rugby della Nuova Zelanda, i famigerati All Blacks, è diventata ufficialmente un brand. E’ entrata a far parte dell’accordo di libero scambio recentemente annunciato tra il Regno Unito e la Nuova Zelanda. E nel rugby è scoppiato il dibattito: perché va rispettata dagli avversari? Cos’ha di diverso dagli sponsor sulle divise? Ma soprattutto non è uno schiaffo in faccia alla tribù Ngāti Toa, che aveva inventato la versione Ka Mate per celebrare la fuga dalla morte del loro capo in una battaglia nel 1820?
Ecco, per il Telegraph, “forse è arrivato il momento di abolirlo”. “Il legame del rugby con l’haka, dopotutto, è iniziato in acque torbide all’inizio del XX secolo. Fu eseguita per la prima volta nel 1888. Secondo lo storico dello sport Tony Collins, i giocatori di cricket aborigeni australiani del 1867 in Inghilterra cominciarono ad eseguire danze di guerra tradizionali. La danza è stata feticizzata, come esempio esotico di cultura nativa. Collins afferma che gli Original All Blacks, la prima squadra neozelandese completa ad andare in tournée fuori dall’Australasia, nel 1905, probabilmente usò l’haka perché ci si aspettava quello dalle squadre “coloniali” in tournée. Anche i Wallabies e gli Springboks “non nativi” eseguivano danze di guerra nel Regno Unito nello stesso periodo”.
Per il Telegraph, “il legame dell’haka con il rugby è nebuloso (nella migliore delle ipotesi) ed è quasi certamente dovuto all’imperialismo e al colonialismo. Il modo migliore per il rugby per conferire il maggior rispetto possibile all’haka, sarebbe abolirlo”.