“Velocità, tempismo, gravità, contatto, milioni di equazioni e di mnemoniche muscolari che funzionano in momenti come questi”
Il volo di Ronaldo, “l’algebra di Ronaldo”, la “Ronaldità”. Barney Ronay celebra sul Guardian il gesto risolutivo del fuoriclasse, quello che in Italia ora viene riletto in chiave un po’ rosicona. E lo fa così con un pezzo quasi letterario:
“Cristiano Ronaldo ha fatto una di quelle mezze corse, una corsa che non è proprio una corsa, e poi ha allungato il passo per arrivare sulla palla alta messa da Shaw dalla sinistra. Questa è una delle cose che Ronaldo fa meglio, l’algebra del volo, della velocità, del tempismo, della gravità, del contatto, milioni di equazioni e di mnemoniche muscolari che devono funzionare in momenti come questi“.
“Ronaldo – ammette Ronay – era arrivato a questo punto con due tiri in porta nelle ultime quattro partite. Potrebbe non essere più nella sua fase imperiale. Ma resta un calciatore generoso e un uomo squadra. Ed era pronto, a nove minuti dalla fine, mentre la partita sembrava svanire, per risolvere. Nessuno l’ha visto nel primo tempo. C’erano domande senza risposta in tutto il campo. Com’è possibile giocare con due centrocampisti che cercano la profondità e ritrovarsi in inferiorità numerica? Com’è possibile che tutti e tre gli attaccanti si sovrappongano e lascino vuoto il centro? Dov’è l’architettura di questa squadra? All’intervallo ci sono stati vaghi fischi all’Old Trafford”.
“Il colpo di testa di Ronaldo è stata quasi una citazione parodistica della Ronaldità, il collo inclinato, i muscoli contratti, la palla mandata all’angolo. Anche il suo atterraggio è stato un balletto, un momento di esibizione”.