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Nei Distinti due ingressi su quattro erano chiusi e solo in una fila controllavano i Green Pass

POSTA NAPOLISTA – Un’altra testimonianza dell’assurda serata a Fuorigrotta. Tre ore di attesa, tre tornelli su quattro avevano smesso di funzionare e il rischio contagio

Nei Distinti due ingressi su quattro erano chiusi e solo in una fila controllavano i Green Pass

Cari amici del “Il Napolista”, la bella vittoria di ieri ci lascia un po’ di amaro in bocca per la gestione dell’afflusso. La bellezza di tornare allo stadio è stata leggermente rovinata da diversi episodi che non mi sono piaciuti, e da quello che leggo e ho ascoltato non penso di essere l’unico criticone.

Dopo le due ore e mezza di viaggio da Roma e una bella passeggiata per le strade di Napoli, mi reco insieme ad un amico nella zona dello stadio. Si parte con il solito parcheggiatore abusivo in cerca di soldi, perché a Napoli non basta pagare il parcheggio pubblico. Ma si sa, questa non è una novità e lascia spesso molti cittadini partenopei e forze dell’ordine indifferenti.

Sono le ore 18, le file iniziano a crescere. Nella giornata precedente la SSC Napoli aveva avvertito i tifosi di recarsi in anticipo allo stadio: i cancelli sarebbero stati aperti poco prima delle 17.45. Passano i minuti ma nessuno steward esce e io preferisco bere qualcosa al gazebo dietro la Curva B. Passa un’altra mezzoretta e, dopo circa un’ora dall’apertura teorica e mai realizzata, le porte del Maradona si aprono.

Ci rechiamo verso il nostro ingresso, nonostante il posto prenotato nei Distinti da due anni sia rispettato, e sorpresa vuole che il gate d’ingresso non sia aperto. “Come è possibile? Possono mai essere chiusi a quest’ora e gli altri aperti?”. Una signora ci dice che dobbiamo andare dall’altra parte dello stadio ed entrare dagli ingressi vicino la Curva A. “Ma come, con tutti questi controlli e durante una pandemia aprono solo due ingressi su quattro per i distinti?”. La risposta è sì.

Ovviamente la fila era lunghissima. Passa un’altra ora e il sole cala. Sono le 20 e la squadra è in procinto di entrare in campo per il riscaldamento. Io ho 23 anni, per me fare tutta quella fila non è un grosso problema, ma per anziani e bambini sì. Arriviamo ai controlli. Le file per entrare erano due, ma solo in una controllavano il Green Pass. “Ma è mai possibile?”. La risposta è sì, anche questa volta. Arriviamo ai tornelli, e il tornello non accettava la metà dei biglietti stampati. Inoltre in tre minuti tre tornelli su quattro avevano smesso di funzionare. “Anche loro rispettano il distanziamento?”. Fatto sta che anche il mio biglietto stampato su più fogli non funziona. Alla fine, una steward controlla il ticket sul telefono. “Funziona, menomale”. Sospiro di sollievo, si entra. Dopo due ore ce l’abbiamo fatta, ma tutto questo non può e non deve più ripetersi. Ora la mia paura è quella che nella lunga fila, non avendo la certezza che tutti avessero il green pass, visto i controlli, ci possa essere stata la possibilità di essere stati contagiati.

Il resto della serata è storia. Al 60esimo la disperazione era tanta, sembrava di essere su scherzi a parte. Poi ci hanno pensato Insigne ed Elmas a raddrizzare una serata iniziata male, e speriamo ora che la società non riduca l’organico a centrocampo come fatto con gli steward.

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