Si ispira a Yaya Touré, abile nel recupero del pallone, mantiene alta la qualità delle giocate quando è sotto pressione. È stato nel Marsiglia, Villarreal e Fulham
L’accostamento più facile è stato quello con Tiemoué Bakayoko. Le origini africane, una fisicità importante, l’arrivo sul finire del calciomercato dalla Premier League. E le analogie si fermano qui, perché Zambo Anguissa promette di saper fare qualcosa di diverso. È lui il colpo last minute del Napoli. Un giocatore nel suo periodo di maturità, a 26 anni ha già vestito maglie importanti come quelle di Marsiglia e Villarreal, prima di indossare quella del Fulham. La fuga da Londra è obbligatoria, Anguissa è un lusso per una squadra che gioca in Championship dopo un’annata disastrosa in massima serie.
Cristiano Giuntoli alla fine ha scelto il camerunense, che ha vinto la concorrenza di altri nomi come Youssouf e Berge,per i quali non c’erano i presupposti di un’intesa con i rispettivi club di appartenenza. Di fatto, però, a Luciano Spalletti serviva un rinforzo nel reparto dove Lobotka ed Elmas, almeno teoricamente, rappresentano delle incognite, e dove Demme ne avrà ancora per diverse settimane.
Si diceva del paragone con Bakayoko, venuto quasi immediato. E decisamente sbagliato, perché Anguissa – per dirne una – è stato il secondo miglior dribblatore della Premier League nella passata stagione (ex aequo con Saint-Maximin a quota 96) dietro il solo Adama Traoré. Nei pochi mesi in cui lo ha incrociato a Marsiglia, Bielsa ha provato a correggere questa tendenza, gli ha consigliato di cercare soluzioni più semplici per guadagnare più fiducia. In generale ciò che subito salta all’occhio è la padronanza tecnica, in generale mantiene alto il livello di qualità delle sue giocate anche quando è sotto pressione. Senza palla si distingue nelle abilità di recupero del possesso, risultando tra i primi per contrasti vinti nel campionato inglese. Si è sempre ispirato a Yaya Touré, tra i più begli esempi di centrocampista box-to-box. Lo ricorda nella progressione, meno nella vena realizzativa.
Nato nella capitale Yaoundé, Anguissa è stato notato dal Coton Sport soltanto a 18 anni. La sua carriera professionistica non è sempre stata certa. La famiglia gli aveva concesso una fiducia relativa: la priorità sono sempre stati gli studi, il suo percorso nel calcio sarebbe stato incoraggiato soltanto se ci fossero stati i presupposti. Si sono verificati, anche se un po’ più tardi del solito. Il suo primo allenatore, Djibrilla Alain, ne ha parlato così in un’intervista del febbraio 2020: “Il primo ricordo che ho di lui è la propensione al lavoro e la volontà nel raggiungere un obiettivo. La sua passione per il calcio e l’educazione che ha ricevuto lo aiuteranno a integrarsi in alcuni dei migliori club al mondo”.
L’analisi delle caratteristiche e delle abitudini in campo suggerisce l’impiego nel ruolo di regista, anche se non proprio nell’accezione pura del termine. Più che dettare i tempi, è uno che cambia il ritmo dell’azione offensiva con i suoi strappi. Adora essere al centro del gioco, portare la palla, far valere la sua fisicità nella discesa verso l’area avversaria. Caratteristiche molto differenti rispetto a Lobotka o allo stesso Demme, che potrebbero valergli una considerazione inattesa nei piani di Spalletti. Anche perché la formula e le cifre (prestito con diritto di riscatto a circa 10 milioni di euro) rendono decisamente fattibile un’eventuale riconferma.