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Mertens finisce in panchina. È l’Europeo del definitivo sorpasso dell’Atalanta sul Napoli

Dei nostri, brilla solo Di Lorenzo. La differenza sta nella opposta gestione dell’ammutinamento e del caso Papu Gomez. I risultati si vedono

Fin qui non è stato un Europeo da ricordare per il Napoli. Anzi la competizione sta certificando quel che già è avvenuto sul campo, il sorpasso dell’Atalanta nei confronti degli azzurri. Stiamo assistendo all’Europeo della squadra di Gasperini che anche ieri ha avuto in campo due protagonisti: Maehle con la Danimarca, autore di un’ottima partita e del quarto gol al Galles, e Pessina che è stato determinante per la faticosa vittoria della squadra di Mancini sull’Austria: ha anche segnato il secondo gol. Di Gosens abbiamo scritto, anche dei tedeschi pazzi di Gasperini. Oggi in campo ci sarà De Roon che De Boer schiererà in Olanda-Repubblica Ceca.

Non ci sarà invece Dries Mertens che sia i giornali italiani sia quelli stranieri danno in panchina stasera per la sfida contro il Portogallo. Di Zielinski, e del suo Europeo incolore, abbiamo già scritto. Elmas non ha minimamente lasciato il segno. Fabian Ruiz, molto atteso, di fatto non ha mai giocato. Di Lorenzo ieri sera ha giocato una buona partita, è il migliore del Napoli a questi Europei. Di Insigne abbiamo scritto più volte, conoscete il nostro pensiero (il Foglio ieri ha scritto un pezzo che potremmo definire napolista in purezza), il giudizio sul torneo è sospeso, ma fin qui il suo Europeo possiamo definirlo ordinario, senza infamia e senza lode. Vediamo cosa accade ora che si comincia a fare sul serio.

Torniamo a Mertens. Anche per lui l’Europeo è stato in linea con la sua stagione nel Napoli. Eterea. Probabilmente condizionato dall’infortunio, fatto sta che ha giocato giusto perché c’era un allenatore che lo vedeva molto (diciamo anche troppo), che lo ha sempre considerato fondamentale a dispetto del verdetto del campo. Dries è stato a lungo decisivo nel Napoli, ma non in questa stagione. Ha cominciato da titolare col Belgio. Poi, nella seconda partita, contro la Danimarca, sull’1-o per i danesi, il ct Martinez lo ha sostituito con De Bruyne. È finita 2-1 per i belgi con De Bruyne protagonista e nel corso del secondo tempo è entrato anche Hazard reduce dall’ennesimo infortunio. Mertens non ha giocato contro la Finlandia match che è servito ad Hazard a prendere ulteriore confidenza con il campo. E per stasera, partita verità, ottavi di finale, è annunciato in panchina.

Mertens è la cartina di tornasole del ritardo accumulato dal Napoli negli ultimi due anni. Della confusione che ha regnato in società. Un biennio in cui il club si è fatto superare a velocità tripla dall’Atalanta che ha continuato a seguire il proprio modello e quando c’è stato un conflitto tra un giocatore (forse anche due) e la gestione tecnica, il club si è schierato con l’allenatore, con Gasperini. Bene ha fatto. I risultati si vedono. Da noi è forte la sensazione che l’ammutinamento sia finito a tarallucci e vino. De Laurentiis non ha avuto la stessa prontezza anzi diciamo forza di Percassi («Gasperini mi disse “senza Gomez diventeremo ancora più forti”, aveva ragione»), e ora si ritrova costretto a gestire un declino che è evidente, è lì davanti a tutti, e che far finta di non guardare avrebbe il solo effetto di ritardare la ripartenza.

Il tutto mentre la città continua a parlare di Napoli-Verona e a cercare fantasmi. Basterebbe guardare l’Europeo per rendersi conto che la risposta a quella serata è davanti a loro. La speranza è che De Laurentiis, invece, gli occhi li abbia riaperti. Altrimenti la nottata sarà lunga.

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