Il Corsport lo definisce “un contadino felice e solitario che fa il vino, un ottimo vino”. Colleziona auto d’epoca e martelli antichi
Negli ultimi due anni, Luciano Spalletti si è dedicato all’azienda agricola di famiglia. Il Corriere dello Sport descrive la sua vita da agricoltore.
“Per due anni si è travestito da quello che è, un uomo della terra, un contadino felice e solitario dalle mani grandi, che fa il vino (un ottimo vino, tante varietà e tutti nomi calcistici, il rosé ‘Tra le linee’, i rossi ‘Bordocampo’, ‘Rosso diretto’ e ‘Contrasto’, il mio preferito, quello che più gli somiglia, merlot e sangiovese nella stessa vite), il tutto rigorosamente coltivato e tracannato con gli amici di sempre delle galline del Cioni. Trastullandosi con tutti i suoi animali, i cavalli, Astra il preferito, i quattro ciuchi, le anatre, i cani, gli struzzi, tutti. Niente gatti e maiali. A vezzeggiare la sua latente misantropia verso tutto ciò che non ha l’odore delle sue radici e le sue amatissime collezioni. Auto d’epoca, martelli antichi e maglie dei calciatori. Centinaia di maglie piegate con cura maniacale”.
La Gazzetta dello Sport scrive che la sua fattoria è una sorta di Arca di Noè, ha anche qualche alpaca.