Romagnoli: “E’ nato dirigente. Non sarà un caso se la galoppata vincente dell’Inter è scattata allo sparo che abbatteva Suning e le ambizioni calcistiche cinesi”
“Negli ultimi dieci anni Antonio Conte ha vinto cinque campionati, Massimiliano Allegri altrettanti. Beppe Marotta otto. Unisci i puntini tra i due allenatori, tra la Juventus e l’Inter, tra la rifondazione e il successo e qualcosa apparirà: lui“.
E’ l’attacco del ritratto che Gabriele Romagnoli su Repubblica dedica a uno dei protagonisti dello scudetto dell’Inter. Marotta, il manovratore.
“Quando in 24 ore rimpiazzò Conte con Allegri lo accusarono di aver puntato su un perdente. Quando portò Conte a Milano, di aver scelto uno juventino. Tutti abbiamo commesso errori di valutazione, ad esempio pensando che i colpi di genio al mercato fossero soltanto merito di Paratici, la sua ombra, ma è la luce a produrre l’ombra: se la togli, che cosa resta? Il Morata bis?”
“Essendo nato dirigente, dovendo optare per una proprietà troppo presente o una latitante, prende la seconda e ne fa le veci. Non sarà un caso se la galoppata vincente dell’Inter è scattata allo sparo che abbatteva Suning e le ambizioni calcistiche cinesi“.
“Ieri ha vinto il suo primo scudetto nerazzurro, ma nel calcio la matematica può essere opinione. Gli si chiedesse ora la contabilità generale dei titoli italiani chissà come valuterebbe assegnati e non, cartonati o meno. È acqua passata, in fondo”.