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Meno esoneri, torna la Chapecoense: al via “O melhor campeonato do mundo”

Comincia il Brasileirao, con tante novità e senza due squadre storiche come Botafogo e Vasco da Gama. L’anno scorso vinse il Flamengo

Meno esoneri, torna la Chapecoense: al via “O melhor campeonato do mundo”
Prende il via in questo fine settimana l’edizione 2021 del campionato brasiliano di calcio, torneo che quest’anno compie 50 anni (anche se va precisato che dal 1959 al 1971, anno di istituzione del Brasileirão, si sono svolte altre due competizioni, la Taça Brasil e il Torneo Roberto Gomes Pedrosa, che decretavano il titolo di campione del Brasile).
Un campionato che inizia subito col botto, con la gara che vede contrapposti i campioni in carica del Flamengo e i paulisti del Palmeiras, vincitori dell’ultima Copa Libertadores e della Copa do Brasil, in una sfida che rappresenta non solo la rivincita dell’ultima Supercoppa del Brasile (vinta ai rigori dal Flamengo lo scorso 11 aprile), ma anche un vero e proprio classico del calcio brasiliano, che mette a confronto la squadra che vanta il maggior numero di titoli nazionali (il Palmeiras con 10 vittorie) contro la seconda (otto titoli conquistati dai carioca del Flamengo, ex aequo col Santos, anche se per la giustizia brasiliana sono “soltanto” sette, dal momento che il titolo del 1987 fu assegnato nel 2011 al Flamengo, insieme allo Sport Recife, dalla Confederação Brasileira de Futebol, ma, successivamente, la sentenza della CBF è stata di fatto revocata dalla Corte Federale di Primo Grado della Sezione Giudiziaria del Pernambuco), la squadra che vanta il maggior numero di tifosi del Brasile e del mondo (il Flamengo) con oltre 30 milioni di sostenitori, tanto da essere chiamata in Patria “O Mais Querido do Brasil” (il più amato del Brasile) e da guadagnarsi l’appellativo di “Nação rubro-negra” (Nazione rossonera), contro uno dei club più rappresentativi dello Stato di San Paolo, fondato nel lontano 1914 da un gruppo di immigrati italiani col nome di “Palestra Italia” (poi ribattezzato Palmeiras in seguito all’entrata in guerra del Brasile contro i Paesi dell’asse italo-tedesca).

Una sfida tra due “giganti” del calcio brasiliano, a fare da apripista ad una stagione che, come al solito, si presenta avvincente e imprevedibile e dove a contendersi il titolo ci saranno, oltre ai già citati Flamengo (allenato da Rogerio Ceni) e Palmeiras (guidato dal tecnico portoghese di Abel Ferreira), l’ambizioso San Paolo di Hernan Crespo, il Santos della nuova stellina brasiliano Kaio Jorge (accostato a molti club europei e italiani, Napoli compreso), oltre alle sempre agguerrite Corinthians, Fluminense, le due compagini di Porto Alegre Gremio e Internacional (che lo scorso anno ha visto sfumare sul traguardo una vittoria che manca ormai dal lontano 1979) e l’Atletico Mineiro di Belo Horizinte, mentre è da attenzionare l’outsider Bragantino, che dal 2019 è entrato a far parte della galassia Red-Bull (modificando il suo nome in Red-Bull Bragantino) e che, pertanto, ambisce a scalare le posizioni di vertice e a stravolgere gerarchie consolidate da anni, minando così il sempre più fragile predominio del Clube dos Treze” (Club dei 13), che nel campionato che si accinge ad iniziare deve fare a meno di ben tre storici componenti, dal momento che Botafogo e Vasco da Gama (retrocesse a febbraio insieme Goias e Coritiba) sono andate a far compagnia in cadetteria al Cruzeiro (retrocesso l’anno precedente in B per la prima volta nella sua storia).

Inizia dunque un campionato che, come visto, conta ai nastri di partenza non poche assenze importanti ma che vede anche il debutto assoluto in massima serie del Cuiabà, che lo scorso febbraio ha ottenuto una storica promozione in A insieme all’America Minas Gerais, alla Juventude e alla Chapecoense (tornata in massima serie dopo un solo anno di purgatorio in cadetteria), squadra quest’ultima balzata tristemente agli onori della cronaca nel novembre 2016 a causa del famigerato incidente aereo nel quale persero la vita tutti i componenti della squadra, eccetto tre sopravvissuti.

Altra novità del campionato che sta per iniziare, la nuova regola, introdotta dalla Federcalcio brasiliana, che limita il numero degli esoneri: da quest’anno, infatti, ogni squadra potrà cambiare allenatore, ricorrendo ad un tecnico esterno, soltanto una volta nel corso della stagione e le società che dovessero optare per un secondo esonero, possono ricorrere soltanto alla cosiddetta “soluzione interna”, mettendo in panchina qualcuno che già lavora nel club da almeno sei mesi. Tale regola si è resa necessaria per porre rimedio ad un andazzo ormai generalizzato che vedeva squadre cambiare allenatore anche ogni paio di mesi; basti pensare, ad esempio che lo scorso anno ci sono state due squadre (entrambe retrocesse!) che hanno cambiato ben sei allenatori diversi (e una delle due ha richiamato ben tre tecnici precedentemente esonerati, per un totale di nove cambi in panchina)!

Detto questo non resta che aspettare l’inizio di quello che i brasiliani sono soliti definire, con molto orgoglio e non poca autoreferenzialità, O melhor campeonato do mundo”, e vedere chi sarà la squadra che il prossimo 5 dicembre riuscirà a spodestare il Flamengo dal tetto del Brasile o se i rossoneri di Rio de Janeiro riusciranno a laurearsi campioni nazionali per il terzo anno consecutivo, impresa questa finora riuscita, in 50 anni, solo al San Paolo (e, in precedenza, al Santos di Pelè che si aggiudicò la Taça Brasil per cinque volte di seguito…).
Buon Brasileirão, a tutti!

P.S.: intanto stanotte si sono già disputati i primi tre incontri: la deb assoluta Cuiabà ha pareggiato 2-2 in casa contro l’altra neopromossa Juventude, il Bahia ha travolto 3-0 il Santos, mentre è terminato a reti inviolate l’altro “big match” previsto in questa prima “Rodada”, quello tra il San Paolo e la Fluminense.

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