Sul Corsera scrive che tutto il mondo del calcio è cambiato con il coronavirus e anche il tifoso deve capirlo perché non h a solo diritti
Nel suo consueto commento sul Corriere della Sera Mario Sconcerti si è soffermato sul ruolo del tifoso nel calcio moderno, scrivendo che il calcio è inevitabilmente mutato a causa della pandemia e questo ha fatto sì che “anche il tifoso non ha i soliti diritti”.
Il tifo nasce per identità cittadina, si trasforma dopo in desiderio di vincere. Ma la base resta il senso di appartenenza a una comunità. Se volessi vincere non tiferei Fiorentina, tiferei altre squadre.
Non si sceglie dunque di tifare per il più forte che non perde mai e non ci si demoralizza davanti alle sconfitte della propria squadra
Tifare una squadra non è un privilegio, possono tutti scegliere, non ci sono tasse da pagare o esami da superare. È un premio che ci diamo da soli. Quindi siamo tutti uguali perché tutti padroni di noi stessi.