Il commento di Robecchi. “E’ una cosa che può diventare letale se siete – come tutti – in attesa di un vaccino. Quel che esce da questa eccellenza sembra un quadro di Bosch”
“Nella top ten delle cose che è meglio evitare, subito sotto “fare il bagno nella vasca dell’orsa assassina”, ma sopra “guidare a fari spenti nella notte”, c’è “abitare in Lombardia”, una cosa che può diventare letale se siete – come tutti – in attesa di un vaccino“.
Lo scrive su Il Fatto Quotidiano, Alessandro Robecchi, criticando l’operato di Guido Bertolaso, consulente per il piano vaccinale in Lombardia. Bertolaso ha solennemente promesso, quando si è insediato, il 2 febbraio scorso, che entro giugno sarebbero stati vaccinati tutti i lombardi, 10 milioni di persone.
Il 18 marzo ha poi annunciato la vaccinazione di tutti i bresciani entro luglio, e siamo così a 200mila persone a cui è stato promesso il vaccino. Per Robecchi,
“basterebbe questo, in un Paese normale (ahah, ndr) per cacciare con ignominia un simile caciarone”.
E continua:
“Quel che esce da questa eccellenza, più che una soave descrizione manzoniana, sembra un quadro di Bosch, coi vecchietti convocati a cento chilometri di distanza, a volte spediti in due posti contemporaneamente, a volte non avvertiti per niente perché la Regione non riesce a spedire i messaggi di convocazione, cosa che indigna Bertolaso: “Siamo atterrati su Marte e non riusciamo a spedire gli sms”. Bella frase, ma un po’ oscura: “Siamo atterrati” chi? I lombardi? La Lega? La Moratti? Se la regione Lombardia avesse organizzato la spedizione su Marte ora saremmo qui incantati a rimirare immagini di qualche palude nel Varesotto, con Fontana che dichiara: “Be’, dài, ci siamo andati vicini”.