La Scuola di Medicina della Federico II ha realizzato un analizzatore per prevedere quali sono i pazienti che corrono i rischi maggiori con altre patologie
Una delle certezze sul coronavirus è che la presenza di altre patologie aumenta i rischi che l’infezione possa risultare mortale in chi la contrae. Per questo motivo, le cure devono essere tempestive e in tal senso potrebbe esser stato fatto un nuovo importante passo in avanti.
Lo racconta il Corriere del Mezzogiorno: la Scuola di Medicina della Federico II ha creato “un dispositivo per individuare i soggetti più a rischio. Un point of care device – un analizzatore miniaturizzato analogo, nella concezione, ad un glucometro – in grado di predire, con accuratezza, quali sono i pazienti che vanno incontro a rischi maggiori per l’infezione da Covid”.
I ricercatori stanno sviluppando il dispositivo, con l’obiettivo di comprendere perché in alcuni pazienti il decorso clinico della malattia si rivela più complesso.
Dagli studiosi della Federico II anche un appello a continuare con i progetti di ricerca che riguardano altri settori, che arriva dal professore Francesco Béguinot, capo della Commissione Scientifica della Scuola di Medicina.
Interrompere le ricerche in altri settori di enorme rilevanza per la salute pubblica già avviate in epoca pre-Covid costituirebbe un errore: proseguono per questo, nella Scuola di Medicina, le ricerche sulle malattie croniche non diffusibili e sulle malattie rare per fare qualche esempio, non esiste solo il Covid.