Per andare incontro ai top club l’Uefa vorrebbe “chiudere” la competizione garantendo dei posti riservati al ranking storico. Le leghe nazionali sono ovviamente contrarie
A forza di fare la concorrenza al progetto Superlega l’Uefa sta rimodulando la sua Champions a forma di… Superlega. Per dribblare la rivolta dei top club ne sta implicitamente accontentando le istanze, senza dirlo troppo.
La scorsa settimana la European Leagues, l‘associazione che rappresenta gli interessi delle leghe nazionali europee, ha convocato i suoi membri per lavorare a proposte da presentare all’Uefa per la tanto annunciata riforma di Champions, che vedrà la luce dal 2024. Quella che già in premessa rischia di trasformarsi un una competizione lunga e noiosa.
Ebbene le leghe nazionali hanno espresso serie preoccupazioni a proposito del numero di partite da disputare con il nuovo format (dalle attuali 125 a 209, esclusi spareggi: quasi il 70% in più), ma anche per quanto riguarda il piano paracadute ai club blasonati che non dovessero riuscire a qualificarsi tramite il proprio campionato.
Una delle ipotesi previste dall’Uefa infatti è quella di regalare due posti extra per i Paesi con qualificazione diretta alla fase a gironi sulla base del cosiddetto ranking storico. Un terzo posto sempre in base al ranking storico verrebbe lasciato ai paesi per i quali non è prevista invece la qualificazione diretta alla fase a gironi.
«Per me il principio è che il coefficiente storico non debba affatto far parte di un torneo internazionale. Avremo una Champions League de facto chiusa».