La Commissione di Vigilanza della FIGC ha ultimato il suo rapporto, per provare a mettere un freno ad una pratica diffusissima che anabolizza bilanci e calciomercato
La pratica, diffusissima, del ricorso alle operazioni di muto soccorso tra club coi bilanci traballanti per produrre plusvalenze, entra nel raggio d’azione della Covisoc, la Commissione di Vigilanza della Federcalcio, che sta completando il monitoraggio.
Lo scrive la Gazzetta dello Sport in un pezzo molto argomentato di Marco Iaria, di qualche giorno fa. L’articolo pare dall’ultimo caso, lo scambio col Genoa tra Nicolò Rovella per 18 milioni, e Portanova (10 milioni) e Petrelli (8), di cui abbiamo già scritto.
“Il vizietto è radicato nel calcio italiano. E c’è da dire pure che la Juventus, per doveri di trasparenza nei confronti della Borsa, comunica tutto quanto in tempo reale, con lo “svantaggio” di finire subito sotto i riflettori a differenza di altri club che quelle stesse informazioni fanno emergere solo in sede di approvazione dei bilanci annuali, quindi a distanza di diversi mesi. Ma è un fatto che la Juve, azienda calcistica leader in Italia, abbia ricorso massicciamente alle plusvalenze in questi anni e ora, in piena pandemia, sia costretta a pagarne il conto”.
Sotto la presidenza di Andrea Agnelli, scrive Iaria, la Juventus “per ridurre il gap con i top club esteri ed accelerare il percorso di competitività internazionale ha dovuto utilizzare in maniera forsennata il calciomercato, allo scopo di aumentare la propria potenza di fuoco. Dopo le prime stagioni sostanzialmente ordinarie, nel 2016-17 c’è stato il boom: 140 milioni dalle plusvalenze, principalmente grazie alla cessione-record di Pogba al Manchester United. Poi 94 milioni nel 2017-18, 127 nel 2018-19 senza cedere nessun titolare e addirittura 167 nella scorsa stagione, con il maxi-scambio Pjanic-Arthur e i 44 milioni di plusvalenza del bosniaco resi possibili da una iper-valutazione del brasiliano (72)”.
La Gazzetta parla anche delle operazioni dell’Inter e di quella questa estate ha portato al Napoli Osimhen, “ammortizzato con quattro plusvalenze ad hoc”.
“L’operazione, avvenuta nella sessione estiva di questa stagione, ha assegnato all’attaccante nigeriano una valutazione di 70 milioni (più 10 di bonus) ma l’esborso finanziario del club azzurro è stato di 50 perché hanno compiuto il percorso opposto Karnezis, Liguori, Manzi e Palmieri, valutati 5 milioni a testa. “Due operazioni separate”, ha tenuto a precisare il presidente De Laurentiis, ma la sostanza è che il Napoli potrà registrare nell’esercizio 2020-21 un effetto positivo combinato di 20 milioni, visto che il costo residuo a bilancio dell’esperto portiere era di 200mila euro e quello dei tre ragazzi del vivaio era pari a zero. Peraltro, Liguori, Manzi e Palmieri sono stati spediti in prestito subito dopo alla Fermana in C”.
Ora la Figc cerca di stringere. “Su input del presidente Gravina, è stato predisposto una sorta di meccanismo in base al quale la Covisoc segnala agli organi di vigilanza e alle società di revisione quegli scambi di giocatori senza finanza dai corrispettivi anomali. Una cartina di tornasole è rappresentata dal percorso successivo degli stessi giocatori: se un club sbaglia l’acquisto allora deciderà prima o poi di svalutarlo, ma se l’operazione ha un secondo fine allora si farà di tutto per rimandare la svalutazione o assorbirla del tutto a bilancio parcheggiando il giocatore altrove. La Covisoc sta completando la sua relazione contenente una pluralità di casi da monitorare, su cui vige il massimo riserbo“.