Stupore generale quando ha chiesto il rinvio. Le motivazioni sarebbero gli eccessivi casi di Covid a Reggio-Emilia e l’assenza del pubblico
Quando l’ipotesi di rinviare la Supercoppa ha fatto irruzione nel pieno di una riunione con la Lega Serie A, i presenti stentavano a credere a ciò che stavano ascoltando.
Nei colloqui con i vertici della Lega (era presente anche Andrea Agnelli), prima si è parlato dell’eccessivo numero di casi di coronavirus a Reggio Emilia. Una tesi però fragile: è vero che l’Emilia- Romagna è una regione molto colpita, ma meno della Campania, e comunque la provincia reggiana ha un indice di crescita inferiore a Napoli. Successivamente, argomento a sostegno della richiesta-provocazione del Napoli è diventato l’assenza dei tifosi. Anche questa piuttosto fragile, visto che proprio in stadi deserti la squadra azzurra si era aggiudicata la finale di Coppa Italia, senza batter ciglio, proprio contro la Juve.
Di certo, un motivo di insoddisfazione reale esiste. In un anno in cui già le entrate dei club hanno subito un forte ridimensionamento a causa della chiusura degli stadi e della contrazione del mercato delle sponsorizzazioni, anche la Supercoppa garantisce meno entrate di un anno fa. L’Arabia Saudita, che aveva acquistato i diritti per ospitare 3 edizioni in 5 anni, ha fatto sapere di non essere interessata a questa edizione, visto che sarebbe impossibile ospitare i tifosi allo stadio. Così, se un anno fa Juve e Lazio si sono potute spartire 5,8 milioni, al netto dei costi, Juve e Napoli se ne divideranno appena 2,6. Meno della metà.