POSTA NAPOLISTA – Nel Napoli è vigente un patto inossidabile, affinché i gattopardi continuino a imperversare. E l’architrave del patto è Gattuso
Per fortuna non siamo tornati indietro nel tempo, ma nel Napoli è vigente un patto inossidabile, affinché i gattopardi orfani del sarrismo continuino ad imperversare nelle vene di un organismo che vuole ringiovanire, ma è tenuto fermo da catene che non si spezzano.
L’architrave nevralgico di questo patto è il tecnico Gattuso, che da uomo di campo e di spogliatoio ha subito individuato chi dover farsi piacere per forza. Del resto non c’è bisogno di fare nomi, perché incoronazioni e tributi milionari alla carriera sono stato fatti sotto gli occhi di tutti, e non sono certo inciuci ovvero dileggi da bulletti social.
La tifoseria continua a voler essere cieca. Il belga non si tocca, sebbene il suo calcio sia ormai una plastica esecuzione da “Valdarno’s Graffiti”. Tacchi, punte, fraseggio stretto, ma scarsa efficacia sotto rete. Stesso discorso per Insigne a cui però va dato atto di un enorme lavoro di copertura e sacrificio, con ripiegamenti talvolta profondissimi, che ne appannano la brillantezza in attacco. Archiviata la shaaria da 4-3-3, su qualcosa il capitano doveva pur cedere. Io faccio una cosa per te e tu ne fai una per me. Parole e musica del maestro Gattuso.
Il futuro offensivo il Napoli lo ha già in casa. Ma l’espulsione delle ultime macerie del sarrismo non possono essere portate all’isola ecologica. Devono essere rispettate e tutelate in nome di non si sa bene quale riconoscenza. Gattuso, uomo di sangue e di cervello, ha capito di essere circondato da giocatori di ottimo livello. Forse in cuor suo Elmas sarebbe l’esterno sinistro e Lozano ed Oshimhen attaccanti centrali di un solido 4-4-2. Ma questo Gattuso non lo può fare.
Per tanto si continuerà con questo canovaccio per tutta la stagione. Con i principini di Salina ad imperversare. Sorretti dalla incompetente e malmostosa tifoseria napoletana, che aveva “coram populo” già bollato come pacco Lozano. Al quale è sempre addebitato il marchio d’infamia del gradimento ancelottiano che piaccia o no è il padre putativo del Napoli attuale. Si spera infine di recuperare al più presto il guizzante nigeriano che per fortuna non capisce il toscano ma ha fame e voglia. Certamente un piede meno educato, ma la sua maggior determinazione, questa volta potrebbe fare la differenza. Perché si vincono le partite con i gol, non con il possesso palla, ammirando una natura morta.