Al CorSport: «Per dirlo occorrerebbe misurare la loro carica virale. Se alta potrebbero contagiare, ma al momento, con i test a disposizione, non è possibile stabilire la carica virale in tempi utili per evitare i contagi»
Il Corriere dello Sport intervista Giorgio Palù, docente emerito di Virologia all’Università di Padova. Dichiara che c’è troppo allarmismo sul Covid.
«Vorrei tanta attenzione ma niente isterismi. In termini di letalità non abbiamo di fronte il virus Ebola né il virus della Sars o quello della Mers, altre due sindromi causate da coronavirus del pipistrello, la prima da un virus geneticamente simile (80% di omologia) a Sars-CoV-2 del Covid-19. La Mers aveva una mortalità del 35% e la Sars del 10% e anche in conseguenza dell’elevata letalità si sono rapidamente estinte».
Palù si esprime sulla differente positività di sintomatici e asintomatici.
«Il termine sintomatico è molto chiaro, significa avere sintomi. Dovremmo parlare di positivi, positivi che contagiano, positivi che non contagiano. Che senso ha tracciare gli asintomatici? Se lei è asintomatico può essere tracciato solo con la ricerca che si fa durante lo screening o durante il tracciamento dei cosiddetti contatti. Se lei è asintomatico, non lo sa. Perseguire l’azzeramento del virus, seguendo gli asintomatici o meglio i contatti dei contatti dei contatti degli asintomatici, come si predica, non ha nessun senso né dal punto di vista scientifico né dal punto di vista operativo».
E sulla curva dei contagi:
«Gli ultimi dati mostrano una tendenza alla stabilizzazione della curva. Occorre essere cauti, di fatto la curva si sta leggermente appiattendo. Siamo partiti dal primo ottobre con l’1% di soggetti con tamponi positivi tra i nuovi testati. Siamo saliti fino al 20 e adesso siamo al 16%. La curva flette».
Palù continua:
«Il 95 per cento delle persone che risultano positive non ha sintomi e quindi non si può definire malato. Innegabile che queste persone siano state “contagiate”, cioè sono venute a contatto con il virus, ma non è detto che siano contagiose, cioè che possano trasmettere il virus ad altri. Per dirlo occorrerebbe misurare la loro carica virale. Se alta potrebbero contagiare, ma al momento, con i test a disposizione, non è possibile stabilire la carica virale in tempi utili per evitare i contagi».
La rincorsa agli asintomatici con i tamponi è, secondo lui, assurda.
«L’arma più efficace per tenere bassa la curva dei contagi resta la prevenzione a base di mascherina, distanziamento e igienizzazione di mani e ambienti. Smorzando gli allarmismi. Ripeto: un soggetto positivo al coronavirus non è un malato».