Cinque positivi isolati in hotel, dopo aver viaggiato ed essersi allenati con i compagni. Le autorità sanitarie di Lipsia costrette a fidarsi della federazione ucraina. Lo Spiegel: “Una farsa”
“Una farsa”, la definisce lo Spiegel. La partita di Nations League tra Germania e Ucraina è un caso di salute pubblica, che sui giornali tedeschi non viene analizzato come una semplice partita (vinta dai padroni di casa 3-1), ma come esempio delle falle del sistema. C’entrano le Asl, anche lì.
Venerdì scorso quattro giocatori ucraini e il team manager sono risultati positivi al coronavirus. Le autorità sanitarie di Lipsia, dove si giocava il match, hanno ordinato la quarantena solo per i cinque positivi. Hanno chiesto, come da prassi, se fossero stati in contatto diretto con altre persone, in aereo o in autobus o in allenamento, se c’erano stati incontri “faccia a faccia” della durata di dieci, quindici minuti o più. “La risposta, è stata “Njet!”. Indagare più a fondo? Impossibile”, scrive la Sueddeutsche Zeitung.
“Il dipartimento della salute non ha poteri di polizia”, ha detto Matthias Hasberg, portavoce della città di Lipsia. “Partiamo dal presupposto che la federazione ucraina ci stia dicendo la verità”.
Lo Spiegel accusa: “Il dipartimento della salute di Lipsia, che può solo fidarsi dell’onestà delle informazioni, ha dovuto accettarlo. I giocatori in Polonia sono stati insieme in campo, hanno viaggiato insieme per arrivare a Lipsia, hanno vissuto insieme in un hotel, ma, guarda un po’, sempre abbastanza lontani dai loro compagni di squadra in modo che la squadra non dovesse essere finire in quarantena. Ignorando il periodo di incubazione, la partita alla fine si è giocata regolarmente“.
Andrij Shevchenko – racconta la Sueddeutsche – appena dopo l’1-3 contro la squadra tedesca, ha annunciato quasi casualmente che era in arrivo una specie di squadra di liberazione: un aereo da Kiev per riportare in Ucraina i cinque membri della delegazione che erano in isolamento a Lipsia. Chissà se anche Shevchenko non si chiede se ne è valsa la pena.
Nessuna nazione calcistica al mondo ha dovuto fare i conti col Covid tanto quanto la sua. L’Ucraina è diventata una sorta di campione del coronavirus nelle ultime settimane: all’inizio di ottobre, Shevchenko ha dovuto fare a meno di otto giocatori in Francia e ha richiamato tra i convocati l’allenatore dei portieri, un 45enne. All’inizio di novembre, la Dynamo Kiev ha giocato in Champions League a Barcellona senza nove giocatori.
Germania-Ucraina sarebbe stato possibile cancellarla solo se la salute pubblica fosse stata messa in pericolo, ha detto il portavoce della città di Lipsia Hasberg: “Ma non è così in uno stadio vuoto. Niente spettatori, nessun pericolo”. Doveva intervenire la federazione, la DFB, che era l’organizzatore del match. Ma la squadra di Löw avrebbe perso a tavolino. E sarebbero spariti i milioni di euro di introiti legati alla trasmissione della partita in tv.