La Faz titola “Gli stupidi sono i norvegesi”. Ma in generale il braccio di ferro tra Uefa e governi nazionali trova pochissimo spazio sui giornali. In attesa di capire come sarà giudicata Svizzera-Ucraina
Il titolo del Frankfurter Allgemeine è indicativo: “Gli stupidi sono i norvegesi”. Riflette lo scoramento per lo 0-3 a tavolino con cui l’Uefa ha punito la nazionale norvegese “colpevole” di aver rispettato i dettami del Ministero della Salute, non giocando il match di Nations League contro la Romania. Una vicenda surreale, di cui abbiamo scritto qui, e qui.
Ma il titolo della Faz è anche un caso raro. Della vicenda c’è poca traccia, nelle rassegne stampa. Come se la forzatura del calcio che si ostina a considerarsi organo sovranazionale autorizzato a fregarsene dei governi nazionali, fosse una notizia di piccolo cabotaggio. In Italia, soprattutto, dove il “caso” Juve-Napoli resta in piedi dopo due gradi di giustizia sportiva: Norvegia-Romania ne è la trasposizione internazionale.
Per non perdere anche la sfida con l’Austria (pareggiata poi 1-1), la Federcalcio norvegese ha affidato a Leif Gunnar Smerud, normalmente Ct dell’under 21, il compito di sostituire Lars Lagerbaeck e di convocare 18 calciatori ex novo, a 48 ore dal match. Di questi, ben 17 non giocano nel campionato norvegese.
Il pareggio garantisce il secondo posto nel girone, ma la partita persa a tavolino toglie di fatto alla Norvegia la promozione nella serie A della Nations League. La Norvegia sta valutando se impugnare la o meno la sentenza dell’Uefa. E si resta, tutti, in attesa di capire come verrà valutato l’esito della partita tra Svizzera e Ucraina, anch’essa annullata a causa del focolaio nella selezione guidata da Shevchenko. Un “caso”, anche questo, da leggere solo sulle pagine dei quotidiani tedeschi, interessati alla vicenda perché “costretti” dai regolamenti attuali a scendere in campo con l’Ucraina pochi giorni prima, nonostante 5 positivi isolati in albergo.
La commistione tra regolamenti e norme nazionali e il famoso protocollo Uefa, genera mostri. Così come il governo norvegese ha impedito alla sua nazionale di partire per Bucarest, altrettanto le autorità sanitarie tedesche sono imbrigliate dalle proprie leggi. E così, Haaland che per il proprio paese non poteva andare a giocare in Romania, è potuto tornare a Dortmund per rispondere ad una semplice domanda: “Sei stato a contatto stretto con un positivo”. La risposta è semplice: “No”. Eviterà la quarantena, potendo persino giocare in campionato. La stessa cieca trafila burocratica che ha consentito a Germania-Ucraina di essere giocata come se niente fosse. Un caso più volte nei giorni scorsi sottolineato dalla stampa tedesca. E solo da quella.