Progettata dal Politecnico di Torino, assicura respirabilità e filtro adatti a sport ad alte prestazioni. La Reyer è tornata ad allenarsi dopo i casi di positività e la sta testando
Si chiama “Sherpa”, ed è la mascherina che nelle intenzioni dei produttori potrebbe risolvere i problemi degli sport di contatto: una mascherina ad uso sportivo, progettata appositamente su idea del Politecnico di Torino in collaborazione con la commissione per l’attuazione del protocollo medico FIP.
La sta testando a livello professionistico l’Umana Reyer Venezia, tornata sul parquet del Taliercio per riprendere il lavoro coi giocatori “abili”, dopo un’intera settimana di allenamenti sospesi per i numerosi casi di positività.
#LBASerieA – La #Reyer Venezia torna ad allenarsi testando la mascherina per uso sportivo 😷🏀
(pic by @REYER1872) pic.twitter.com/ioz9ccinGV
— Basketcaffe.com (@Basketcaffe) November 15, 2020
Le prestazioni della maschera sportiva sono state verificate grazie alla collaborazione con il laboratorio di “Tecnologia degli aerosol” del Politecnico di Torino. La maschera è prodotta in più taglie, in modo da poter essere utilizzata da atleti di ogni età, soprattutto non professionisti: questa categoria è numerosa, non è di fatto trattata dalla disciplina di tutela, è esclusa dai circuiti in cui il tampone viene effettuato di routine e, come tale, risulta particolarmente esposta ai rischi di contagio e di interruzione dell’attività.
La mascherina dovrebbe assicurare efficienza di filtrazione e resistenza respiratoria. In particolare è stata rilevata una respirabilità della mascherina che consente di inalare senza problemi fino a 200 L/min di aria, portata compatibile con la pratica degli sport più intensi, mantenendo un’efficienza di filtrazione adeguata.