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I commercianti campani: “Chiediamo il lockdown subito per salvare il Natale”

Il presidente della Federcommercio regionale al Fatto: “In questo momento rischiamo di più se restiamo aperti”. Le richieste: utenze, mutui e fitti congelati e differimento tasse. “Se ci lasceranno soli riempiremo le piazze” 

I commercianti campani: “Chiediamo il lockdown subito per salvare il Natale”

I commercianti campani chiedono al governo un lockdown immediato per salvare il Natale. Lo scrive Il Fatto Quotidiano, che riporta le parole del presidente della Federazione del Commercio della Campania, Vincenzo Perrotta. Rappresenta la voce di 6200 imprese della nostra regione ed ha scritto al governatore De Luca affinché ascolti le richieste dei negozianti.

Facciamo il lockdown subito, così possiamo rialzare le saracinesche per Natale, quando si concentra buona parte dei nostri introiti. Siamo pronti a chiudere le nostre attività se rappresentano una criticità del servizio sanitario regionale”.

Naturalmente i commercianti chiedono cassa integrazione con erogazione immediata, differimento dell’imposizione fiscale e azzeramento dei costi fissi delle utenze.

Al Fatto Perrotta dichiara:

“La situazione è grave, è un dato di fatto incontrovertibile, i dati epidemiologici sono gravi. In questo momento è giusto che si chiuda. Quello che sta succedendo in Europa è altamente probabile che accadrà anche in Italia. E’ preferibile chiudere prima, adesso, per salvare il periodo natalizio. Chiudere 20 giorni per riaprire a fine novembre, con il ristoro garantito per sopravvivere, e il blocco di qualsiasi azione contro le nostre attività. Questo ci porterà a bloccare la curva pandemica”.

Perrotta si esprime sul rifiuto di alcuni imprenditori a chiudere:

Molti hanno paura di chiudere e non riaprire. E’ giusto, per questo vogliamo un lockdown pattuito. In questo momento rischiamo di più se restiamo aperti. Se noi abbiamo accesso al ristoro economico e vengono bloccate le spese potremo avere quel minimo di guadagno durante Natale, dove si concentra buona parte dei nostri profitti. Se saremo garantiti, poi potremo riaprire con maggiore forza e tranquillità”.

Al governo, spiega, i commercianti chiedono:

di metterci in condizione di non avere problemi con banche, utenze, affitti e con i ricorsi ingiuntivi. Deve essere tutto congelato. Insieme a noi devono chiudere pure i tribunali e le banche, altrimenti a che serve? Le azioni contro di noi sarebbero sempre pronte e vive. E chiediamo differimenti fiscali: le tasse siano spostate in avanti. Abbiamo lavorato poco e male. Poi serve il blocco delle morosità, dei fitti, costi che vanno spalmati sull’anno prossimo. Quando non si incassa tutte le spese diventano debito”.

E infine, parlando delle proteste di piazza degli ultimi giorni, Perrotta dice:

Finora siamo stati tra quelli che hanno scelto di non scendere in piazza. Credo che non ci lasceranno soli, se ciò dovesse succedere allora stiveremo noi le piazze. Con la pandemia sono tutti disperati. E’ normale che non vedano prospettive. In questi giorni vediamo farsi strada un egoismo che di certo non ci aiuta e alimentarlo con la cattiva politica danneggia solo noi cittadini e imprenditori. La politica ci sfrutta, usa la nostra disperazione per prendere più voti. Questo non va bene. In questa vicenda qualcuno ci guadagnerà: malavita organizzata e strozzini perché le banche non stanno facendo la loro parte”.

 

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