Al CorSport: «Dovrebbe fare il salto e crescere in personalità. Sarri? E’ pronto per tornare in panchina. Ha voglia».
A ridosso di Napoli-Milan, il Corriere dello Sport intervista Giovanni Galli, ex portiere di entrambe le squadre. Non si tratta di uno scontro diretto, dice. E’ troppo presto. Tra l’altro questo campionato sembra per la prima volta aperto.
«Direi che in quattro o cinque potranno giocarsela fino alla fine per traguardi importanti: Inter, Napoli, Milan, Juve e Atalanta se ritrova gli equilibri».
Sul Napoli:
«Ha una rosa importante. Veramente. Non so se sotto il profilo dei valori sia la migliore, ma di certo ha due titolari per ruolo e tra un giocatore e l’altro non c’è tutta questa differenza: caratteristica rara».
Su Gattuso:
«Con Rino ho condiviso il corso a Coverciano. La sua è una storia professionale in continua crescita: credo che nell’ultimo anno abbia cambiato passo. Anche sotto l’aspetto dell’organizzazione: forse prima non era così attento a certe evoluzioni, a ciò che si può cambiare, mentre ora ha più letture. Più movimenti e concetti offensivi, una squadra che attacca e corre in avanti: davvero un ottimo lavoro».
Galli parla anche di Sarri. I due abitano a pochi chilometri di distanza.
«L’ho visto un paio di settimane fa, ci sentiamo e ci confrontiamo sempre: del resto fui io a portarlo a Verona, quando ero il direttore sportivo».
Dice che il tecnico di Figline è pronto a tornare in panchina.
«Sì, è pronto. Ha voglia».
L’ex portiere indica quali, tra i giocatori, potrebbero fare la differenza, domenica.
«Uno per squadra: direi Ibrahimovic e Mertens. Anche Insigne, però, mi pare che stia facendo cose molto importanti».
E su Meret e Donnarumma:
«Sono completamente diversi: secondo me Meret è il portiere più forte d’Italia tecnicamente, ma dovrebbe fare il salto e crescere in personalità. Cosa che invece Donnarumma ha in dote. Ha grande fisicità e imponenza ma anche carattere e freddezza: in campo la vedi, la trasmette. Per dirla in napoletano, Meret deve acquisire un po’ di cazzimma».
Gli viene chiesto anche un paragone tra due giocatori di Milan e Napoli attuali e due dei suoi tempi. Risponde:
«All’epoca c’erano due dei centravanti più forti della storia, Van Basten e Careca, di cui tra l’altro si parlava meno di quanto avrebbe meritato considerando il mito di Maradona, mentre oggi continuo a indicare Ibra e Mertens. Sia chiaro: con le dovute differenze e le dovute proporzioni, mi viene in mente il parallelismo tra centravanti».