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Villani: «Virus? Inutile essere tanto diligenti a scuola e poi fare il proprio comodo una volta fuori» 

Al CorSera: «La scuola è sicura, ma giovani e adulti non hanno interiorizzato i nuovi comportamenti. Non baciare, non abbracciare, evitare cene e assembramenti dovrebbe essere spontaneo dopo 36.000 italiani morti di virus» 

Villani: «Virus? Inutile essere tanto diligenti a scuola e poi fare il proprio comodo una volta fuori» 

Sul Corriere della Sera un’intervista ad Alberto Villani, presidente della Società Italiana di Pediatria e membro del Comitato tecnico scientifico. Analizza l’aumento dei contagi in Italia.

«I numeri potrebbero far paura. Ma ancora non è il momento di drammatizzare. Siamo ancora in tempo per salvarci. Non sono 3.678 malati, sono 3.678 persone risultate positive ai tamponi il cui numero è aumentato molto, da meno di 100 mila a 125.000. Quindi la percentuale di crescita dei contagi, se rapportata al numero di test, è minima, da 0,026 a 0,029. Un lievissimo trend di salita».

E’ un momento critico, dice, perché la curva è in salita da diversi giorni. E’ il momento giusto perché tutti diano il meglio di sé in termini di attenzione alle misure di sicurezza.

«Conviene accettare i piccoli sacrifici che vengono richiesti oggi — uso delle mascherine e distanziamento fisico — per non rischiare di ritrovarci come gli altri grandi Paesi europei dove l’epidemia è sfuggita di mano e si corre ai ripari con lockdown più o meno rigorosi. Non ci vuole nulla a ritrovarsi come loro se, appunto, si sposano comportamenti irresponsabili».

Villani spiega a cosa si riferisce.

«I capannelli fuori delle scuole. È inutile essere tanto diligenti dentro e fare il proprio comodo una volta fuori».

La scuola, chiarisce, non è veicolo di virus. Il problema è fuori.

«Il contributo della scuola alla crescita dei casi, cioè di infezioni contratte durante l’attività didattica, è minimo, in base ai dati che stiamo cominciando a raccogliere e interpretare. La scuola non è un luogo di diffusione del virus, anzi è uno dei più sicuri. Il problema è che giovani e adulti non hanno interiorizzato il modello dei nuovi comportamenti. Non baciare, non abbracciare, evitare cene con troppi invitati e situazioni di affollamento dovrebbe essere spontaneo dopo aver visto 36.000 italiani morire di questo virus che per trasmettersi approfitta di baci, abbracci e vicinanza tra persone».

Sul vaccino antinfluenzale ai bambini:

«Sono anni che i pediatri vorrebbero veder vaccinati i bambini con malattie croniche che potrebbero essere aggravate dall’influenza. Invece ogni anno sono appena 2 su 10 i bambini che vengono protetti con l’antinfluenzale. Ogni anno vengono buttate centinaia di migliaia di dosi».

Villani si augura che quest’anno le dosi disponibili non siano sufficienti per tutti.

«Mi auguro che non siano sufficienti, significherà che tutti hanno capito l’importanza di fare la profilassi. Purtroppo temo che di nuovo tante fiale avanzeranno, gli italiani non hanno sufficiente cultura vaccinale».

 

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