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«Tanti pediatri tendono a dire ‘prima fai il tampone e poi ti vedo’. Così si ingolfa il sistema»

Sul Giornale le code di tre chilometri fino a otto ore per sottoporsi ai test. Al primo sintomo riconducibile al Covid si prescrive il tampone, necessario per il rientro a scuola. A Firenze ne sono stati chiesti 4500 in un giorno 

«Tanti pediatri tendono a dire ‘prima fai il tampone e poi ti vedo’. Così si ingolfa il sistema»

Sul Giornale le code, lunghissime, per effettuare i tamponi drive through, cioè quelli fatti direttamente in auto, senza neanche scendere dalla macchina. Una situazione che interessa Milano, Roma e Torino, con file di tre chilometri e attese che arrivano anche a sei o otto ore.

Non si tratta di psicosi da Covid. E’ una conseguenza del sistema in vigore soprattutto per il rientro a scuola dei bambini dopo le assenze, non per forza per Covid. La normativa prevede che occorrano due tamponi negativi ed ecco fatta la “frittata”. Appena un piccolo ha sintomi in qualche modo riconducibili al virus, sia anche un raffreddore, il pediatra prescrive il tampone e il sistema si ingolfa. Spesso, nelle auto, ci sono bambini con la febbre che attendono di sottoporsi al test.

Scrive il quotidiano:

“Del resto i pediatri chiedono in continuazione i tamponi per i bambini, creando ovviamente l’effetto imbuto, e spesso i sintomi di tosse e febbre comuni si confondono con quelli da Covid e bisogna approfondire, altrimenti non si può essere riammessi in classe”.

Il direttore di Pediatria e del pronto soccorso del Buzzi, Asst Fatebenefratelli Sacco, dichiara:

«Di tamponi per i bimbi se ne continuano a chiedere tanti. Se sono troppi? Io riporto i numeri: lunedì solo al drive in dell’ospedale pediatrico Buzzi di Milano ne sono stati fatti 250 in un pomeriggio. I positivi erano pochissimi, due o tre casi. Sono un numero di tamponi abbastanza importante tenendo conto che in questo momento registriamo una circolazione bassa fra i piccoli».

Zuccotti continua:

«C’è la tendenza da parte di tanti pediatri a dire ‘prima fai il tampone e poi ti vedo’. In situazioni in cui la prevalenza si mantiene bassa, non bisogna eccedere nel mandarli a tampone davanti a sintomi isolati, come qualche colpo di tosse, oppure un semplice naso che cola, o una febbriciattola che si presentano singolarmente».

In un’Asl di Firenze la situazione è paradossale: in un giorno sono stati chiesti, dai pediatri, 4500 tamponi. 

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