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Repubblica: il 20% dei giovani pensa che il virus sia solo un’influenza

Un’indagine dell’Istituto Toniolo. Uno su tre ha scaricato Immuni. Il 18,7% non ritiene di essere vettore del virus. I più collaborativi sono i laureati under 22 

Repubblica: il 20% dei giovani pensa che il virus sia solo un’influenza

Su Repubblica i risultati di un’indagine promossa dall’Osservatorio giovani dell’Istituto Toniolo, condotta da Ipsos tra il 4 e il 14 ottobre. Esamina un ampio campione di giovani tra i 18 e i 34 anni per valutare quale sia il loro atteggiamento nei confronti della pandemia. I ragazzi, infatti sono considerati i “nuovi untori” nella seconda ondata del Covid, per i loro comportamenti al di fuori delle scuole.Questo dopo un’estate in cui sono stati lasciati sostanzialmente liberi di fare ciò che volevano, in balia di messaggi estremamente contraddittori

“non solo rispetto all’uso dei mezzi pubblici, ma anche sulle discoteche riaperte e poi chiuse; sul campionato di calcio ripreso, veicolando l’impressione di una normalità riconquistata senza mascherina, trovandosi poi con atleti positivi e partite decise a tavolino; per arrivare alle dichiarazioni di alcuni politici e personaggi noti sul fatto che il virus fosse sparito o indebolito, salvo poi trovarsi ricoverati in terapia intensiva”.

L’indagine mostra che l’atteggiamento dei ragazzi è molto vario. C’è sicuramente una larga parte di essi che ha preso sul serio il rischio del contagio ma c’è anche chi non è convinto che le misure restrittive servano e chi – una parte più ridotta – minimizza la gravità del virus.

Repubblica dà innanzitutto i dati del download dell’app Immuni. Solo un intervistato su tre l’ha scaricata, mentre uno su dieci l’ha disinstallata dopo il download.

Ad averla presa in considerazione sono stati i più giovani, tra i 18 e i 22 anni, e i laureati. Chi ha scaricato l’app identifica, di fatto, la parte più attenta e collaborativa nel contenimento del rischio”.

Il 20% dei giovani, invece, sono convinti che

«le misure e le regole di restrizione imposte per ridurre i contagi sono esagerate, in fondo si tratta di una influenza solo più potente».

Questo accade in particolare tra i maschi over 30 che lavorano, che mostrano, scrive il quotidiano, un grande desiderio di autoconvincersi della possibilità di tornare alla normalità.

Il 18,7% dei giovani non ritiene di essere vettori del virus. E il  17,7% ha una posizione ambigua sul tema. In pratica,

“oltre un giovane su tre che si sente autorizzato a comportarsi liberamente con bassa convinzione che ciò possa portare a un aumento dei contagi”.

Solo una minoranza, ovvero il 44% ritiene che il virus possa trasmettersi anche attraverso oggetti contaminati. Evidenze, scrive il quotidiano,

“di una carenza di chiara informazione mirata”

più che mai necessaria in questo momento.

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