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Davvero la Juventus e i suoi calciatori vogliono giocare una partita contagiosa?

Nel Napoli il virus sta seguendo l’andamento Genoa (arrivato a 22 contagi). Il calcio italiano e Agnelli sposano lo show must go on: gli atleti sono cavie

Davvero la Juventus e i suoi calciatori vogliono giocare una partita contagiosa?
during the Italian Serie A football match SSC Napoli vs Fc Juventus.

Il virus sta seguendo il modello Genoa: in un primo momento fu Perin, poi per precauzione venne tenuto a riposto Schöne. Domenica si è giocata Napoli-Genoa. E oggi, sabato, i positivi tra i rossoblù sono ventidue.

Nel Napoli l’andamento è più o meno simile. Il primo a risultare positivo è stato Zielinski. Oggi, invece, è toccato a Elmas. Domani il Napoli si sottoporrà ad altri tamponi. È molto probabile che Juventus-Napoli si giocherà. Gli azzurri saranno costretti a schierare una formazione largamente rimaneggiata – manca anche Insigne per infortunio.

Resta il nodo principale. E cioè che il Napoli è un potenziale cluster viaggiante. Che domani sera investirà i calciatori e i dirigenti della Juventus, oltre agli arbitri. De Laurentiis saggiamente ha avvisato Andrea Agnelli che al momento pare che abbia fatto da mercante. Si appella alla regola, così ha scritto il Corriere dello Sport. Quel che sorprende – da parte di Agnelli così come dei vertici del calcio italiano – è il voler ignorare che in ballo ci sono ben più dei tre punti. Siamo proprio certi che nessun calciatore della Juventus stia sollevando il problema? Capiamo che sono persone con stipendi alti, altissimi, privilegiati. Ma nel contratto dei calciatori non c’è scritto da nessuna parte che devono giocare anche con evidenti rischi di salute.

Stando così le cose, domani il calcio italiano farebbe un passo avanti: autorizzerebbe a giocare una partita sapendo che si tratta di una partita ad altissimo rischio contagio. Dopo, non potranno esserci lacrime di coccodrillo. Qualsiasi cosa dovesse accadere. Il calcio italiano evidentemente è per l’epidemia di gregge dei propri tesserati. Noi, francamente, stentiamo a crederci. E speriamo in un sussulto di responsabilità.

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