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Crisanti: «I problemi sono i treni pendolari, quegli assembramenti non sono rassicuranti»

Al Messaggero: «La Azzolina non ha i dati per dire che l’impatto delle scuole è minimo, non sono stati fatti i tamponi». E allora facessero i tamponi ai tavolini dei bar

Crisanti: «I problemi sono i treni pendolari, quegli assembramenti non sono rassicuranti»

Sul Messaggero un’intervista ad Andrea Crisanti, direttore del Laboratorio di Virologia e Microbiologia dell’Università di Padova, ex consigliere del governatore del Veneto Luca Zaia. Commenta la possibilità di fermare gli spostamenti tra le regioni, paventata ieri dal ministro per gli Affari Regionali Boccia.

«È un principio di assoluto buonsenso. Difficile essere in disaccordo. Bisogna iniziare a ipotizzarlo soprattutto dove si nota un aumento crescente dei casi. Sicuramente limitare la mobilità ha dei vantaggi, nel senso se in una regione il numero dei casi è fuori controllo, è chiaro che una restrizione dei movimenti fuori regione permette in qualche modo alle regioni vicine di eliminare il contatto con le persone positive».

Crisanti punta però il dito soprattutto sui mezzi di trasporto.

«Secondo me oggi sono più problematici i trasporti dei treni pendolari, perché sono quelli dove c’è più affollamento. Il sistema va migliorato, quel tipo di assembramento che vediamo non è certo rassicurante».

Prima di un lockdown regionale, però, sarebbe il caso, dice, di procedere con zone rosse localizzate.

«Prima di arrivare a chiudere un’intera Regione, è necessario usare una certa gradualità».

Parla anche delle scuole.

«Al momento attuale, non sappiamo nemmeno quanto contribuiscano le scuole, per esempio. Tempo fa avevo ipotizzato che si sarebbe dovuto aprire un distretto scolastico prima degli altri per capire quale sarebbe stato l’impatto, così avremmo visto se aprire le scuole sarebbe stato un problema oppure no».

E commenta i dati forniti dal ministro Azzolina, secondo i quali l’impatto delle scuole sui contagi è minimo.

«Purtroppo la ministra non ha i dati per fare questa affermazione. Si sarebbero dovuti fare 500-600 mila tamponi attraverso l’Italia in varie scuole di ordine e grado e poi ci avrebbe saputo dire la percentuale dei positivi. Ma questo non è stato fatto. Se parliamo solo dei sintomatici in classe, c’è da preoccuparsi, perché i bambini sintomatici sono una minoranza bassissima».

A questo punto, però, i tamponi vanno fatti anche ai clienti dei bar dalle 18 alle 21, all’ora dell’aperitivo.

 

 

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