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Per i calciatori è troppo invasivo un tampone ogni quattro giorni, si rischia lo sciopero

Hanno chiesto che venga diluito il periodo tra un tampone e l’altro e sono pronti a una battaglia. Per la riapertura degli stadi, se ne parla a metà ottobre

Per i calciatori è troppo invasivo un tampone ogni quattro giorni, si rischia lo sciopero

Il coronavirus ha stravolto tutto, anche il mondo del calcio. Che ovunque, anche in Italia, si interroga su come progressivamente provare a tornare alla normalità. Un percorso lungo, ovviamente, visto quel che è accaduto quest’estate con la riapertura delle discoteche e quel che sta avvenendo con la recrudescenza di contagi.

Il primo passo, ovviamente, sarà la riapertura delle scuole. È su questo punto che è concentrato il governo italiano. Qualsiasi altro punto è stato rinviato. Comprensibilmente.

Dopodiché anche il calcio è uno di quei temi da affrontare. Si può ipotizzare una lenta ma progressiva riapertura degli stadi? Dipenderà da quel che accadrà con le scuole. Se ne riparlerà tra un po’. Ne hanno parlato oggi il presidente della Federcalcio Gravina e il presidente del Consiglio Conte. Se tutto dovesse andar bene, a metà ottobre si potrebbe ipotizzare una timida apertura.

Per ora, però, ci sono le richieste dei calciatori che avvertono come fortemente invasivo il rito del tampone ogni quattro giorni. Un’operazione fastidiosa, hanno chiesto di poter diluire il tempo tra un tampone e l’altro. L’associazione lascia ventilare l’ipotesi di uno sciopero nel caso in cui non fosse accettata la richiesta dei calciatori di allungare i giorni tra un tampon e l’altro.

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