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In Germania gli stadi restano chiusi, ma i club preparano il futuro senza isteria

Il dibattito non è sul “quando” (c’è una pandemia, nessuno può dirlo), ma sul “come”: appena ci saranno le condizioni i progetti saranno pronti. Gli esempi dell’Eintracht e dell’Union Berlin

In Germania gli stadi restano chiusi, ma i club preparano il futuro senza isteria

In Germania i tifosi non rientreranno in uno stadio almeno fino al 31 ottobre. E’ un fatto. Lo ha stabilito la Cancelliera Merkel con i 16 primi ministri dei Laender. Il divieto che riguarda l’organizzazione di grandi eventi dovrebbe essere esteso almeno fino al 31 dicembre 2020. Lo impone, tra l’altro, il senso della realtà: i contagi sono in ripresa ovunque, e se prima gli spalti restavano chiusi per prudenza i tedeschi hanno pensato che a maggior ragione non è proprio il momento di rischiare.

Ma poiché i tedeschi sono tedeschi si preparano per tempo, per quando sarà possibile riaprire il calcio al pubblico. Il ministro dell’Interno Horst Seehofer si è detto favorevole all’abbandono delle “soluzioni in bianco o nero”: “Possiamo lentamente far rientrare gli spettatori negli stadi senza trascurare le norme di protezione”, ha detto il politico della CSU in un’intervista al “Donaukurier” riportata dalla Faz.

Seehofer è molto soddisfatto delle decisioni prese dal governo: “Il principio di non ammettere spettatori per un periodo di tempo indefinito è sostanzialmente fuori discussione. Esamineremo ora quando e come possiamo rivivere lo sport con la partecipazione del pubblico. Non si tratta solo di calcio, ma anche di tutti gli altri sport. Penso che avremo piani più precisi all’inizio dell’autunno. Non sappiamo per quanto tempo ci bloccherà la pandemia, ma potrebbe essere necessario un po’ di tempo”.

Per quando arriverà il giorno x, per esempio, l’Eintracht di Francoforte vuole farsi trovare preparato per il ritorno dei tifosi al Waldstadion. In un raduno con le tifoserie organizzate, i rappresentanti dell’Eintracht, compresi i membri del consiglio di amministrazione, hanno fornito informazioni più specifiche elaborando un piano molto dettagliato di 40 pagine. Il numero di spettatori ammessi sugli spalti dovrebbe derivare, tra l’altro, dalla regolazione della distanza che sarà determinata dal dipartimento della salute. Se si ipotizza un metro e mezzo, secondo l’Eintracht, circa 11.500 tifosi potrebbero assistere alle partite casalinghe del club. L’intera arena sarebbe dotata di soli posti a sedere. Accanto, dietro e davanti a ciascun posto occupato, dovrebbero rimanere liberi tre posti”.

Più avveniristica invece l’ipotesi dell’Union Berlinogni biglietto sarà legato ad un tampone da effettuare il giorno prima della partita. L’idea è quella di riaprire gli stadi ai tifosi, ma solo a quelli sani.

Secondo Dirk Zingler, il presidente, ogni club deve trovare una propria soluzione parametrata sulla capienza del proprio stadio e sulle infrastrutture della propria città. Ma il modo più sicuro sono i test. L’Union vuole collegare l’assegnazione dei biglietti con test preventivo per tutti gli spettatori il giorno prima della partita. Ogni tifoso acquista il proprio biglietto in digitale e può scegliere un laboratorio dove effettuare il test e le finestre temporali. Se il test è negativo, il ticket verrà attivato. Se il test è positivo, il dipartimento sanitario rintraccia l’infezione. Il vantaggio è doppio: si vendono biglietti e si fa screening di massa.

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