Sul Messaggero il dossier inviato al Ministero della Salute: «Tosse o febbre nel 59%% dei casi scoperti. Il 43% dei contagiati è sfuggito alla prima fase di verifiche ed è stato trovato con il contact tracing»
Sul Messaggero il report della Regione Lazio sui contagi provenienti dalla Sardegna. Un documento indirizzato al Ministero della Salute, elaborato dal Servizio regionale per la sorveglianza delle malattie infettive, e dal laboratorio di virologia dell’istituto Lazzaro Spallanzani.
Dal dossier emerge che tra i «764 casi con link epidemiologico alla regione Sardegna», «449 (59%) sono casi con sintomi».
Tutte persone che, quando sono state sottoposte al tampone, arrivate a Roma, avevano già «tosse, febbre o bruciore agli occhi».
Ma chi è arrivato a Roma con dei sintomi del virus doveva averli anche quando si è imbarcato su nave o aereo sull’isola, per rientrare.
L’altro dato che emerge è che il 43% dei positivi è stato scoperto tramite il «contact tracing». Ciò vuol dire che quasi un contagiato su due era in qualche modo sfuggito ai controlli in entrata.
Nel dossier emerge anche il quadro dei positivi. Dei 2.233 casi di Covid-19 confermati nel Lazio «con data del tampone tra il 1 e il 28 agosto», il 34% ha un link epidemiologico con la Sardegna. L’età media dei contagiati è di 25 anni. Quasi tutti sono curati a casa, tranne 26 persone, tra cui anche ragazzi, che sono ricoverati in ospedale.
Il 70% dei contagiati è rientrata a bordo di un traghetto. Il 28% è tornato in aereo, il 2% con mezzi privati.