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Con il no di Conte alla riapertura degli stadi, la priorità per la Figc diventa la riduzione dei tamponi

Sul CorSport. Alla prima mail, in cui la Federcalcio ha spiegato che i controlli sono invasivi per gli atleti e costosi per i club il governo non ha risposto. Nei prossimi giorni Gravina tornerà alla carica

Con il no di Conte alla riapertura degli stadi, la priorità per la Figc diventa la riduzione dei tamponi

Le parole del Premier Conte di ieri hanno messo un freno decisivo alla riapertura degli stadi al pubblico.

«Nello stadio l’assembramento è inevitabile. L’apertura la trovo inopportuna».

La Federcalcio, dunque, scrive il Corriere dello Sport, deve per ora mollare la presa. E la priorità cambia, virando verso la diminuzione dei tamponi.

Ed ecco che in questo scenario così problematico, la priorità del calcio sembra essere cambiata. Adesso l’obiettivo principale di Gravina è ridurre il numero dei tamponi: 1 ogni 8 giorni, anziché 1 ogni 4 come avviene da inizio giugno. Il presidente federale ha spiegato che i controlli sono invasivi per gli atleti e parecchio costosi per le società (fin qui spesi 8 milioni di euro tra i professionisti). Inoltre, in Figc non trovano una valida «ragione di sicurezza sanitaria» nell’obbligare i club a effettuare un controllo così massivo, soprattutto nei confronti di chi scende in campo una volta a settimana solamente in campionato. Palazzo Chigi non ha nemmeno risposto alla mail e la Federcalcio tornerà alla carica nei prossimi giorni potendo contare sull’alleanza del ministro dello Sport, Spadafora. Il titolare del dicastero è in pressing sul collega Speranza (Salute): «Fatico a comprendere la ragione di questi dinieghi» gli ha scritto in una lettera”.

 

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