Diversi paesi europei introducono restrizioni per chi proviene dalla Spagna. Il Coordinamento allarmi sanitari ed emergenze: “Fino a quando non avremo una trasmissione incontrollata non possiamo chiamarla seconda ondata”
I casi di Covid confermati in Spagna nelle ultime 24 ore sono 1683 (e un morto). Sono 89 meno di ieri ma 500 in più rispetto a martedì.
Fernando Simon, direttore del Centro per il coordinamento degli allarmi sanitari e delle emergenze, ha parlato oggi in conferenza stampa:
“Fino a quando non avremo una trasmissione incontrollata che non è per lo più associata a focolai, non possiamo chiamarla seconda ondata”.
Simon ha assicurato che si stanno effettuando controlli sui viaggiatori provenienti dall’estero e che
“stabilire frontiere interne non è una buona cosa”.
Ha anche sottolineato che l’aumento dei casi quotidiani si verifica soprattutto in alcune comunità, come l’Aragona e la Catalogna.
“La Comunità di Madrid ha avuto un tasso crescente di contagi, è la seconda comunità dopo la Catalogna. L’evoluzione non è la stessa in tutte le comunità”.
Intanto, però, la situazione in Spagna allerta altri paesi europei. La Francia ora sconsiglia di recarsi in Aragona a causa della situazione epidemica, dopo averlo fatto con la Catalogna il 24 luglio scorso. La Germania ha stabilito l’obbligo, per chi proviene da Aragona, Catalogna e Navarra, di sottoporsi a un test anti Covid. Anche Belgio e Svizzera hanno imposto restrizioni ai viaggiatori spagnoli.