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Mars rinunciò al rosso per la maglia del Napoli

Le imprese europee furono compiute con la scritta Mars in nero con profilo bianco. La prima apparizione contro il Bayern Monaco in semifinale

Mars rinunciò al rosso per la maglia del Napoli

Prospettiamo per un attimo uno scenario apocalittico: il Napoli lascia che Lete firmi la prima maglia azzurro-force con il suo immancabile rosso di fabbrica, ignorando mesi (se non anni!) di richieste e proposte da parte di puristi, degli affezionati e di larga parte della tifoseria. È dunque tutto perduto? Forse no, forse una (seppur) vana speranza di ravvedimento tuttavia esiste, dettata dal buonsenso, dal buongusto e dalla scaramanzia.

Facciamo solo un salto indietro, a quel meraviglioso 1988-89 che vide gli azzurri trionfare in Coppa Uefa. Vi confesso una cosa: ero davvero piccolo e del calcio conoscevo soltanto il Campionato di Serie A e la Coppa del Mondo, per via dei festeggiamenti in città celebrati in quegli anni. Ma quella parola, Uefa, proprio non la capivo. Addirittura per anni fui convinto che l’acronimo in realtà significasse ‘Una.Esaltante.Favola.Azzurra’ (così come lessi su un magazine dell’epoca). Con la fedele compagna NR sul fronte tecnico, furono sfornate due varianti di finiture per ciascuna delle tre divise: una nell’ormai celebre lanetta, l’altra in raso che rifletteva tutto. Intanto Mars aveva avvicendato Buitoni e si apprestava a diventare lo sponsor più vincente della storia della Società accompagnando per un triennio gli azzurri nelle loro vittorie in Italia e in Europa.

Nonostante il marchio dello snack fosse rosso, fu “ragionevolmente” adottato il bianco per la scritta sulla maglia e in più, grazie alla competizione europea, qualcosa cambiò dal punto di vista stilistico. Avevamo appena eliminato la Juve dopo due round infuocati, con un gol di rimonta di Renica al 119’: in semifinale il tabellone ci affidò il Bayern Monaco, la formazione più in forma e accreditata per il successo finale, che nel turno precedente aveva eliminato l’Inter dei record del Trap.

Grande fu la meraviglia quando all’uscita degli spogliatoi, le divise azzurre apparvero … più azzurre del solito! La scritta Mars era diventata nera con profilo bianco. Stendemmo i tedeschi 2-0 al San Paolo e gli eliminammo pareggiando 2-2 al ritorno in casa loro. Come dimenticare il riscaldamento di Diego sulle note di ‘Live is Life’ degli Opus? Si respirava magia, anche dalla tv in casa.

La scaramanzia si impose e si continuò con il nero per altre due stagioni, con la conquista del secondo Scudetto e la prima Supercoppa Italiana, aggiudicata nell’occasione con una “manita” rifilata, manco a dirlo, ancora una volta alla Juve di Baggio & Schillaci. Allora come oggi la scritta dello sponsor rossa non può trovare riscontro né giustificazione alcuna in virtù del marketing o della visibilità. Perché entrambi le si hanno a prescindere da qualsivoglia imposizione cromatica.

Grazie alla recente vittoria in Coppa Italia ad opera di Mister Gattuso contro una squadra di cui adesso faccio a fatica a ricordare il nome in finale, nella prossima stagione torneremo a disputare l’Europa League (denominazione moderna di quella
Uefa di cui sopra) e sarebbe bello avere sulla prima maglia una scritta blu come gli stessi colori societari suggeriscono, utilizzando la grafica in bianco per il Campionato.

C’è da auspicare che il Napoli e Lete si comportino da grandi realtà quali sono, in virtù dello spessore e del prestigio guadagnati sul campo e fuori. La prima divisa in ambito europeo non dovrebbe mai differire dall’originale: immaginate di presentarci su tutti i campi con il nostro glorioso azzurro, semplice e pulito, senza inserti dorati o peggio ancora fluo in perfetto stile Chievo (…)! Sì, la parentesi sta per una parolaccia!

Allo stesso modo mi auguro che Lete non aggiri la normativa del lettering valida per la sola Serie A, presentandosi con l’immancabile rettangolo rosso al cospetto delle grandi d’Europa. In buona sostanza: fate quello che volete con la seconda o terza
uniforme. Sbizzarritevi pure. Ci avete provato e avete avuto abbondantemente il vostro spazio: con i puntini, con i rombi, con le pantere, con i serpenti e persino con il nero. Ora però lasciate in pace la prima maglia. Buonsenso, buongusto e un tocco di scaramanzia. Che male non fa. (3 – fine)

Lunga vita a Lete ma via quel rosso dalla maglia del Napoli

Quando i colori degli sponsor non cozzavano con quelli del Napoli

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