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«Con il Covid sono aumentati disturbi alimentari e del sonno, l’uso di antidepressivi e di cannabis»

Il presidente della Società italiana di psichiatria a La Verità: «I servizi di salute mentale
avranno il 30% di pazienti in più. Attenzione alle conseguenze dei mancati funerali e a studenti e genitori»

«Con il Covid sono aumentati disturbi alimentari e del sonno, l’uso di antidepressivi e di cannabis»

In una lunga intervista a La Verità, il presidente della Società italiana di psichiatria, Massimo Di Giannantonio, parla delle conseguenze del Covid sulla stabilità mentale degli italiani.

«Il Covid, il lockdown, hanno lasciato una traccia anche sulle persone psicologicamente più forti ed equilibrate. Sta emergendo un disagio sociale importante che rischia di aggravarsi in autunno quando la popolazione dovrà affrontare la grande crisi economica. Alla paura per il contagio si aggiunge la paura di perdere il lavoro o di affrontare difficoltà finanziarie. I servizi di salute mentale d’Italia dovranno occuparsi di 300.000 persone in più, in aggiunta alle 900.000 già in carico».

Di Giannantonio descrive gli effetti del virus sugli italiani.

«I grossisti di farmaci hanno segnalato che c’è un aumento della richiesta di antidepressivi e ansiolitici. I medici di base si sono trovati a dover gestire un enorme bisogno di rassicurazione dei pazienti. Questo è perfettamente in linea con l’allarme lanciato dall’Organizzazione mondiale della sanità che indica tra le consegue peggiori della pandemia l’aumento dei disturbi psicosociali, quali insonnia, ansietà, preoccupazione per la salute e per il futuro a causa del peggioramento della situazione economica e il timore che venga messa a rischio la stabilità della cerchia degli affetti più cari».

E continua:

«La pandemia ha alterato i ritmi di dormiveglia, con conseguenti disturbi dell’alimentazione, dell’attenzione, del movimento, della concentrazione. Nei casi più gravi ci possono essere anche attacchi di panico. I dipartimenti di salute mentale dovranno affrontare più casi di disturbi alimentari. È stato registrato un aumento di queste situazioni come conseguenza della lunga costrizione in casa. L’azzeramento delle relazioni sociali ha portato alla diffusione di casi di bulimia. E anche al consumo di sostanze psicoattive e di droghe acquistate online».

Da non sottovalutare anche l’impatto della perdita di persone care in assenza di funerali.

«Il divieto di celebrare i funerali ha avuto un impatto drammatico su chi ha perso un parente. È mancata l’elaborazione del lutto. Queste persone rischiano disturbi post traumatici da stress. Il rito funebre ha un carattere catartico per il dolore di chi sopravvive. L’allontanamento improvviso dal congiunto, l’impossibilità di stargli accanto, di accudirlo, può aver sviluppato un senso di colpa profondo. Per queste persone c’è il rischio di conseguenze psicopatologiche severe».

Di Giannantonio parla anche delle scuole, delle paure dei genitori.

«Le mamme sono preoccupate per un nuovo lockdown, magari circoscritto ad alcune classi dove si dovesse manifestare il contagio. Temono che il figlio possa subire una grave regressione. Il bambino, non avendo più contatti con il processo formativo e la socializzazione secondaria legata alla scuola, potrebbe smettere di evolvere. Lo studente ha vissuto il lockdown come una vacanza senza fine. Ma se si abitua a non avere impegni, scadenze e dimensioni temporali, rischia di avere difficoltà a gestire i problemi importanti, gli mancheranno la concentrazione, la motivazione e la disponibilità verso gli altri e l’insegnante».

 

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