Il progetto del Cotugno, Federico II e ateneo Vanvitelli mira a fare del plasma un vero e proprio farmaco che possa garantire una copertura contro il virus per circa 28 giorni
Il Mattino lo definisce il “siero del giorno dopo”, ma è un progetto scudo a cui lavorano Cotugno, la Federico II e l’ateneo Vanvitelli contro il coronavirus.
L’obiettivo è fare del siero iperimmune, allestito con gli anticorpi dei guariti, non soltanto una carta in più da giocare nel percorso di cura dei malati critici ma anche un rimedio preventivo da somministrare a chi, per lavoro, venga a a contatto continuo con persone infette.
Uno scudo che non sarebbe solo per il personale sanitario, ma per tutti coloro, dai professionisti ai turisti che si trovassero a dover soggiornare in luoghi ad alta prevalenza epidemiologica. La copertura sarebbe ovviamente a termine e durerebbe non più di 28 giorni
Lo scopo è quello di trasformare il plasma iperimmune in un farmaco accessibile a tutti e per far questo si collabora per produrre immunoglobuline iperimmuni come un farmaco e mettere all’angolo la Sars-CoV2 in attesa di dare scacco matto al coronavirus con un vaccino vero e proprio.