Al CorSport: «In Puglia abbiamo autorizzato. E’ un’attività che si svolge tra piccoli gruppi di persone. Se pure dovesse circolare il virus, non creerebbe problemi e sarebbe molto limitato, trattandosi di giovani in buona salute»
Il Corriere dello Sport intervista il professor Pierluigi Lopalco. E’ a capo della task force della Puglia, una delle Regioni che hanno autorizzato la ripresa del calcetto e degli altri sport di contatto.
Il virus esiste ancora, dichiara, bisogna continuare a mantenere alta la guardia, ma specifica:
«Questo non vuol dire che non possiamo permetterci di fare alcune attività che, invece, in virtù di una bassa circolazione di virus ci possiamo permettere. Quindi io credo che il succo della questione sia tutto qui».
Bisognerebbe valutare il rischio in base alla situazione di circolazione del virus, come si è fatto in Puglia.
«Il virus non è cambiato, il virus è lo stesso, sono cambiate le modalità con cui circola: oggi circola a bassa intensità, sono pochi i portatori del virus e hanno una bassa carica virale».
Sui nuovi focolai, come quello di Mondragone o di Bologna.
«Sono poche le persone coinvolte. Vediamo che il virus si diffonde in gruppi di persone giovani e in buona salute e di fatto i problemi sono molto pochi. Si tratta di giovani che dal virus non hanno un grosso danno per la salute. Ed è questa la valutazione del rischio che abbiamo fatto e ci ha portato a dire: è inutile tenere chiuse alcune attività visto che, soprattutto, si tratta di attività amatoriali, fatte tra persone che abitualmente si frequentano. Sono magari colleghi di lavoro o amici, addirittura parenti: se gli impediamo di fare la partita a calcetto, comunque si vedrebbero per fare una pizza…».
Lopalco spiega perché la Puglia ha autorizzato il calcetto e gli altri sport.
«Ci è sembrata proprio assurda questa limitazione, l’abbiamo trovata del tutto fuori luogo ed è per questo che durante la discussione la nostra task force in Puglia ha deciso per la riapertura. Così come abbiamo consentito anche altre attività, abbiamo autorizzato questa che è un’attività che si svolge tra piccoli gruppi di persone, quindi, se anche malauguratamente in un contesto di questi, dovesse circolare il virus, davvero non creerebbe problemi e sarebbe molto limitato, trattandosi appunto di giovani e in buona salute, e poi parliamo di piccoli numeri e numeri facilmente identificabili e gestibili. Un circolo sportivo quante persone aggrega e poi parliamo in alcuni casi anche di attività all’aperto in cui ancora di più il rischio di trasmissione è basso. Lo ripeto, soprattutto in questa condizione, in cui il virus circola poco».