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La guerra dei virologi per stabilire la contagiosità dei positivi

Sul Corsera: lo studio di Remuzzi parla di asintomatici con poca carica virale e quindi poco contagiosi, ma non tutti sono d’accordo con questa lettura

La guerra dei virologi per stabilire la contagiosità dei positivi

Dopo le parole di Remuzzi che ieri parlava di casi di positività con una carica virale molto bassa, non contagiosail Corriere della Sera ha messo a confronto oggi l’opinione di diversi virologi sul tema. Secondo Pierluigi Lopalco, epidemiologo dell’Università di Pisa

«Noi abbiamo dei tamponi positivi ma non significa che abbiamo persone con un’alta carica virale che possano portare a nuove catene di contagio. Con il semplice tampone non sappiamo se si tratta di un residuo di Rna non più pericoloso o virus ancora vitale. È difficile identificare un unico standard per misurare la carica virale»

Il problema reale lo solleva infettive al Policlinico San Martino di Genova

«Stiamo bloccando persone persone a casa per mesi che magari non sono minimamente contagiose: dovremmo arrivare a definire un limite massimo al di sotto del quale un soggetto non è contagioso e per farlo servono prove di laboratorio. Non possiamo refertare allo stesso modo uno che si trova nella fase prodromica e che ha una carica virale altissima e chi magari è guarito da tempo, non ha sintomi ma fatica a negativizzarsi»

Di parere completamente opposto invece il professor Crisanti per cui non è possibile stabilire una quantità di virus unica presente in un individuo

«Perché la carica virale cambia di giorno in giorno e quando facciamo un tampone non sappiamo a che punto è l’infezione, se il soggetto è stato appena contagiato o in via di guarigione».

Dire che i positivi attuali non sono contagiosi sarebbe un azzardo per Sergio Harari, direttore dell’Unità operativa di Pneumologia all’ospedale San Giuseppe di Milano, che invita alla cautela perché attualmente non è chiaro perché alcune persone si ammalino in maniera più lieve e senza sintomi.

Cautela è anche il suggerimento di Bonanni ordinario di Igiene all’Università degli Studi di Firenze

«Piuttosto se vogliamo limitare il periodo di isolamento guardiamo alle nuove raccomandazioni dell’Oms: non è più suggerito il doppio tampone negativo, dopo dieci giorni di isolamento ne vanno aggiunti tre senza sintomi per riconquistare la libertà».

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