A Repubblica: «Gli italiani si sono rilassati: colpa dei messaggi contraddittori. Ad ottobre si rischiano nuovi focolai da zona rossa. Necessaria la vaccinazione anti influenzale»
Su Repubblica un’intervista ad Andrea Crisanti, direttore della Microbiologia dell’Università di Padova, e consigliere del governatore del Veneto, Luca Zaia. Si dice preoccupato dei nuovi focolai di Covid-19 scoppiati in Italia, soprattutto da quello di Mondragone. Una situazione, dice, già prevista dagli esperti.
«Ci aspettavamo di avere a che fare, passata l’ondata principale della pandemia, con questi focolai. Del resto il virus non se ne è andato. Ieri ci sono stati quasi 300 casi. Qualcuno la malattia la trasmette. Anche gli asintomatici. Sennò non avremmo ancora tutti questi casi. Poi se ci sono persone che si ammalano e hanno i sintomi, trasmettono ancora di più. Non capisco proprio come certi colleghi abbiano potuto fare affermazioni fuorvianti e non coerenti con le stesse direttive del ministero alla Sanità sul tema degli asintomatici. Si sono presi una grave responsabilità».
La malattia circola ancora, continua, soprattutto nei paesi dove non è stato fatto il lockdown. Si diffonde rapidamente, bisogna essere tempestivi nel chiudere immediatamente i focolai. Crisanti parla del lavoro svolto dalle Asl sul territorio. Lavorano bene, dice, ma le preoccupazioni ci sono.
«Ad esempio a Roma si è lavorato bene sul focolaio al San Raffaele. Vediamo cosa succede a Bologna, mentre Mondragone mi preoccupa di più. A parte queste situazioni, la gran parte dei casi sono intercettati presto e si fanno i tamponi. È confortante».
Gli italiani si sono un po’ rilassati, a causa dei messaggi contraddittori che ricevono.
«Prima si dice che siamo in pericolo, poi che bisogna sbrigarsi a riaprire tutto perché l’economia è la cosa più importante. Qui in Veneto un giorno si chiede di far ripartire le discoteche e quello dopo si invita a stare attenti. La gente ha bisogno di verità».
Esiste ancora un livello di rischio, come dimostrano i casi degli ultimi giorni. Un rischio che aumenterà ad ottobre, quando ci si potrebbe trovare di fronte a focolai da zona rossa.
«Le persone staranno più al chiuso, le temperature saranno più basse, e l’umidità più alta. Poi c’è l’effetto confondente con altre malattie da raffreddamento. Per questo bisogna incoraggiare tutti a fare la vaccinazione anti influenzale. Pure su questo ci vuole verità. Sarebbe interessante capire quante dosi ha acquistato l’Italia. Siamo all’assurdo di prenotare 40 milioni di dosi di un vaccino che non esiste, quello per il coronavirus, e di non conoscere i numeri di quello per l’influenza».