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«A Napoli nessuna istituzione ha condannato i festeggiamenti. Si teme l’impopolarità»

Il magistrato in pensione De Chiara al Corrmezz: «In Italia si considera il calcio zona franca, mentre ancora non sappiamo se e come ripartirà la scuola»

«A Napoli nessuna istituzione ha condannato i festeggiamenti. Si teme l’impopolarità»

Non si placano le polemiche sui festeggiamenti dei tifosi del Napoli per la vittoria sulla Juve in Coppa Italia. Dopo l’intervento di Salvini e la risposta di De Luca, il Corriere del Mezzogiorno riporta l’opinione di Aldo De Chiara, magistrato in pensione e presidente della Consulta per la Legalità istituita presso la V Municipalità che punta il dito contro il fatto che non siano state prese misure preventive per evitarlo, ma ancora di più sul silenzio che c’è stato dopo

«Noi tutti componenti della Consulta della Legalità del Vomero ci saremmo aspettati dai rappresentanti delle istituzioni territoriali parole di condanna e, prima ancora, misure atte ad evitare quello che è accaduto. Le misure – ripeto – avrebbero dovuto essere essere adottate principalmente dal sindaco. Stupisce, però, che anche altri rappresentanti istituzionali non abbiano finora pronunciato una sola parola di biasimo per i comportamenti di migliaia di tifosi dopo la partita. Magari arriveranno, ma per ora non le ho ascoltate. Evidentemente si teme l’impopolarità che potrebbe derivare da una forte presa di posizione che critichi chi ha gioito per un evento atteso come una vittoria sportiva del Napoli sulla Juventus. Tutti o quasi amano la squadra cittadina. In Italia si ritiene che il calcio sia una sorta di zona franca, in nome della quale può essere accettato ciò che in altri contesti sarebbe giustamente stigmatizzato».

Il problema non era di competenza del Questore o del Prefetto, come invece sostenuto da De Luca, ma trattandosi di questioni legate alla salute esclusivamente del Sindaco. De Chiara parla di un Paese che ha smarrito il senso delle priorità dal momento che ha organizzato prima la ripresa del calcio a giugno mentre deve ancora risolvere quello relativo al ritorno a scuola

«Abbiamo visto abbracci tra giocatori ed allenatori in spregio delle norme di distanziamento, ma evidentemente ragioni che tutti conosciamo, di natura economica, hanno imposto che il calcio riprendesse la sua attività mentre ancora non sappiamo se una delle istituzioni fondamentali in una società civile, come la scuola ripartirà e come».

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