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Verso l’apertura di asili e nidi in estate, ma il mondo della scuola è scettico

Si dovrebbero sanificare gli edifici tutti i giorni, mantenere il distanziamento tra i bambini e sospendere le mense. C’è poi, secondo il Mattino, il problema delle mascherine?

Verso l’apertura di asili e nidi in estate, ma il mondo della scuola è scettico

Ieri il Premier Conte ha parlato a Camera e Senato ed ha accennato alla possibilità di riaprire scuole per l’infanzia e nidi per andare in soccorso dei genitori che dal 4 maggio riprenderanno a lavorare. Accadrebbe già in estate.

Molti nodi sono già sciolti e i dettagli cominciano a prendere forma. Si può cominciare dal mese di giugno e proseguire anche a luglio, come riporta il Corriere della Sera. Saranno aperti per i bambini fino a sei anni e con gruppi minimi, per cui si sta valutando di utilizzare i cortili esteri e anche i doppi turni tra mattina  e pomeriggio.

I bambini non useranno le mascherine ma gli educatori sì, come prevede la normativa per la fase 2. Non si potranno portare giocattoli da casa e si starà il più possibile, se non sempre, all’aperto.

Ma il mondo della scuola è scettico, scrive il Mattino.

Occorrerebbe sanificare gli edifici scolastici tutti i giorni. Ogni aula dovrebbe prevedere la metà degli alunni per garantire il distanziamento sociale, utilizzando anche i doppi turni e i giorni alterni. Si potrebbero utilizzare gli spazi aperti, come cortili e giardini, ma non tutte le scuole li hanno e comunque, dovendo rispettare sempre la distanza tra i piccoli, anche gli spazi aperti potrebbero contenere al massimo 2 o 3 classi.

C’è poi il problema delle mascherine.

Luigi Morgano, segretario generale della Federazione italiana scuole materne (Fism), dichiara:

«Come si fa a far indossare questi dispositivi a bambini di 3-4 anni? Può essere un gioco ma come tale dura poco e poi ai bambini non è semplice imporre la distanza. Non è un caso che oggi opportunamente si ipotizzi di far indossare le mascherine agli insegnanti e non ai bambini e sappiamo anche che il distanziamento nella scuola dell’infanzia può essere solo fisico non sociale».

Bisognerebbe poi riuscire a impedire che i bambini tengano per ore la distanza dagli altri e sospendere la mensa. E ci sarebbe anche il problema dei bimbi che hanno meno di un anno, che non camminano e devono stare in braccio agli educatori, con i conseguenti rischi alla salute.

Conclude Morgano:

«Ci sono problemi pedagogico-didattici, gestionale, di bilancio, affrontando la questione si riconosca il primato del bambino, non è immaginabile che la scuola dell’infanzia possa essere pensata solo come custodia per favorire il rientro al lavoro dei genitori».

 

 

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