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Spadafora apre alla Serie A: «Niente ritiri e niente quarantena? Si può fare, parliamone»

Il ministro in versione dialogante a Rete4. «Alla Lega non va più bene il protocollo che loro ci hanno sottoposto. Qualche presidente (Lotito) fa il furbetto»

Spadafora apre alla Serie A: «Niente ritiri e niente quarantena? Si può fare, parliamone»

O il ministro Spadafora fa un passo indietro, oppure la Serie A è finita. Avevamo scritto così ieri sera e 24 ore dopo registriamo la posizione del ministro dello Sport. Spadafora alle richieste dei club di Serie A e lo fa a “Stasera Italia” trasmissione di Rete 4.

“La Serie A riparte il 13 giugno? Un mese fa, Figc e Lega mi hanno proposto un protocollo che avrebbe dovuto consentire, lunedì prossimo, l’inizio degli allenamenti. Adesso, a sorpresa, scopriamo che la Lega ha difficoltà ad attuare il protocollo che loro stessi mi hanno proposto. Le squadre non hanno i centri adeguati. Non gliel’abbiamo chiesto noi, né il comitato tecnico scientifico, ce lo hanno proposto loro. Lunedì ripartiranno tutti gli sport di squadra. Se la Figc ritiene che non ci siano le condizioni per isolare la squadra, si possono allenare senza isolamento come fanno gli altri sport. Possiamo parlarne, c’è la massima disponibilità. Si rispettino le regole minime e gli allenamenti ripartiranno”.

Spadafora apre anche sull’eventuale giocatore positivo. «Preferiscono il modello tedesco? Se la curva del contagio ce lo consentirà, potremo rivedere questa regola in maniera meno restrittiva. L’auspicio è che le regole attuali vengano rispettate. Ma da parte nostra nessun ostruzionismo né volontà di creare difficoltà”.

Non manca l’attacco a Lotito. “Ho letto su qualche giornale che c’è il solito presidente un po’ furbetto che in barba alle regole ha fatto allenare la squadra tutta insieme. Da noi c’è disponibilità a far ripartire allenamenti. E poi potrebbe ripartire anche il campionato”.

Il 25 maggio «apriranno palestre, gli impianti sportivi, come quelli di tennis. Ci saranno misure legate al distanziamento che possano consentire ai piccoli centri di riaprire in sicurezza. Molte di queste strutture hanno avuto danni enormi per la chiusura di tre mesi».

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