A Radio Rai: «Riprendere la Serie A il 13 giugno è un insulto all’intelligenza. Servono due mesi di allenamenti dopo due mesi di stop»
Il presidente dell’Udinese, Giampaolo Pozzo, ha rilasciato alcune dichiarazioni a Radio Rai:
“Mi dispiace che ci siano stati tutti questi equivoci, siamo sempre stati dentro la Lega operando, nei miei 35 anni, una certa correttezza e rettitudine. Si tratta di un problema nato ai tempi dell’incontro Udinese-Fiorentina a porte chiuse: la Fiorentina arriva qui contagiata con problemi di positività, noi veniamo coinvolti e andiamo in quarantena; la Fiorentina ha dirigenti che rimangono a letto per due mesi, i nostri medici si preoccupano perché la loro responsabilità è addirittura penale, ancora oggi. Se fosse solo un problema civile cercherei un’assicurazione, ma il problema è penale. Per tranquillizzare i medici e i dirigenti, ho sentito il dovere di mandare questa lettera. Noi vogliamo giocare, è venuta fuori non una pandemia ma un pandemonio”
Il campionato riparte il 13 giugno?
“È un insulto all’intelligenza, qualsiasi preparatore atletico dirà che dopo due mesi e mezzo di inattività in appartamento, un calciatore avrebbe bisogno almeno di un mese di allenamenti veri, agonistici, con la palla, le partitelle, scontri fisici. Devo ringraziare il governo per la prudenza che sta utilizzando. C’è una grande dose di individualismo, egoismo, qualcuno vuole fare il furbo e ho le prove ma mi fermo qui per rispetto della categoria”
Quando si riprende?
“A essere coerenti, abbiamo bisogno di allenarci per tutto il mese di giugno, poi a fine giugno si ricomincia”
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