Riunione positiva tra commissioner e proprietari. Dalla prossima settimana riaprono 22 centri sportivi su 30. Giallo su un questionario anonimo ai giocatori, ma i big vogliono giocare
Due settimane, un mese al massimo, e la NBA potrebbe tornare in campo per completare la stagione. Il commissioner NBA Adam Silver ha terminato la riunione con i proprietari delle franchigie col sorriso: c’è intesa per provare a chiudere un calendario fittissimo, interrotto a causa della pandemia.
Entro l’inizio della prossima settimana 22 dei 30 centri di allenamento dovrebbero riaprire, in linea con l’allentamento del lockdown, che negli Stati Uniti segue tempistiche diverse da Stato a Stato. Tutti d’accordo su un principio: non basterà un nuovo positivo a fermare tutto, è la linea tedesca applicata al basket USA. “Se fossimo convinti di dover di nuovo sospendere tutto per un singolo test positivo, allora non dovremmo neppure iniziare a tornare in campo”, avrebbe detto Silver, secondo le indiscrezioni raccolte da ESPN.
Il “come” si tornerà a giocare non è stato discusso, ma è forse la parte più interessante del piano NBA. L’idea più gettonata resta quella della “bolla“: tutte le squadre, gli staff, gli arbitri, chiusi nel Disney World Resort di Orlando (o all’MGM di Las Vegas), fino a conclusione. Un’isola del miglior basket al mondo per completare un programma di “appena” 259 partite di regular season, più quattro turni di playoff al meglio delle sette gare. Tradotto in tempo, parliamo di circa tre mesi di partite, a cui va aggiunto un periodo di preparazione di almeno 3 settimane per consentire ai giocatori di ritrovare una forma accettabile. Verrebbero disputate otto partite al giorno (quattro partita a campo, su due campi, quindi 33 giorni almeno per completare la regular season, che salirebbero a due mesi compresi i playoff.
Il numero di persone coinvolte sarebbe quasi imbarazzante: 1.500 persone tra protagonisti, famiglie e addetti ai lavori e ai servizi. Gli esperti stimano circa 15.000 tamponi necessari per portare a termine la stagione “in sicurezza”. Un numero enorme, tanto che l’NBA sta collaborando con laboratori e sviluppatori per aiutare a produrli per il resto della popolazione.
Si potrebbe anche andare verso un formato ridotto: un mini-torneo che permetta di giocarsi l’accesso ai playoff, se non addirittura giocare solo quelli, a 16 squadre, sulla base della classifica congelata l’11 marzo.
Secondo ESPN il parere dei giocatori è generalmente positivo. C’è anche un piccolo “giallo” su un questionario anonimo distribuito della NBPA (National Basketball Players Association) tra i suoi tesserati. Una sorta di referendum: sei favorevole al ritorno in campo?
National Basketball Players Association regional representatives started texting NBA players today with a ‘yes or no’ question it says will be kept confidential: Do you want to try and play again this season? The union’s trying to gauge broader sentiment of its 400-plus players.
— Adrian Wojnarowski (@wojespn) May 12, 2020
Secondo altre fonti, come l’Associated Press e The Athletic, invece il questionario non sarebbe mai stato inviato. Lebron James, il giocatore più rappresentativo del basket mondiale, ha più volte dichiarato che per quanto lo riguarda, la cancellazione della stagione non è un’ipotesi percorribile.
La lega ora dovrà lavorare a standardizzare la fase di test per tutte le 30 squadre, e monitorare l’andamento del contagio dopo il ritorno in palestra dei giocatori; monitorare ogni sviluppo possibile nelle capacità di test. In attesa di portare tutto il circo a Disneyworld.