Intervista al CorSport: «Il rischio zero non ci sarà per molti mesi, ma dobbiamo tendere allo zero con regole ferree: porte chiuse, test sierologici a tutti, tamponi rapidi, sanificazione e misurazione della temperatura
Il Corriere dello Sport intervista l’immuno-infettivologo Francesco Le Foche. Commenta la decisione della Germania di riprendere l’attività calcistica.
«Lo stanno facendo con pragmatismo, ma con tutta la rigidità e la prudenza necessarie. Lo si è visto anche nella severità con cui hanno sospeso quel giocatore dell’Hertha per comportamenti impropri».
Anche in Italia si può riprendere, a patto di seguire delle regole ferree.
«Giocare a porte chiuse, fare test sierologici a tutti, sanificazione perfetta. Necessari tamponi rapidi prima di ogni partita e durante la settimana. Misurare la temperatura a tutti quando entrano in campo. Mi sembra un protocollo di grande attenuazione del rischio. Attenzione, il calcio non è solo la squadra, necessario anche un capillare controllo di tutto l’entourage che ruota intorno ai calciatori».
Il professore si dice fiducioso.
«Il calcio professionistico è già di per sé un orologio perfetto. Lo sarà ancora di più adesso, considerando anche che gli allenamenti possono indebolire il sistema immunitario».
Il rischio zero non ci sarà per molto tempo, ma
«dobbiamo tendere allo zero con le regole ferree di cui parlavo. Detto questo, in qualunque metro ci saranno più rischi che in un campo di calcio».