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L’allarme degli scienziati: «Il virus non è meno aggressivo. È pericoloso sostenerlo»

Ieri si è tenuta una tavola rotonda tra esperti. «Si rischia di far abbassare la guardia. Può capitare che nella prima fase il virus colpisca i più suscettibili e dopo la prima ondata faccia meno morti, come per l’Hiv»

L’allarme degli scienziati: «Il virus non è meno aggressivo. È pericoloso sostenerlo»

Una tavola rotonda tra scienziati, ieri pomeriggio, ha lanciato l’allarme. Il virus non si è affatto attenuato. Anzi, può tornare in autunno con una seconda ondata.

L’incontro è stato organizzato da Dephaforum con il patrocinio di Humanitas University, Istituto Nazionale dei Tumori, Università Bocconi e con il supporto di Janssen Italia (farmaceutica del gruppo Johnson & Johnson).

Gli esperti si sono ritrovati unanimi su un punto: il Covid-19 non è diventato meno aggressivo. Il Corriere della Sera riporta le parole di Alberto Mantovani, direttore scientifico dell’Humanitas.

«È pericoloso sostenerlo e una percezione errata rischia di far abbassare la guardia e incoraggiare comportamenti irresponsabili».

Sulla sua stessa linea Giuseppe Ippolito, direttore scientifico dello Spallanzani. I 17.000 ceppi del virus finora analizzati non presentano mutazioni significative.

«Quel che può succedere è che nella prima fase il virus colpisca i più suscettibili e dopo la prima ondata faccia meno morti. È stato così anche per l’Hiv».

Il virus rappresenta un pericolo per le città, ha dichiarato la virologa Ilaria Capua.

«È uno stress-test per l’economia, il sistema sanitario, le coppie. Toccherà religione, sport, intrattenimento e farà emergere i sistemi fragili, come quello degli agglomerati urbani».

La Capua parla di una «malattia delle città» e avanza il timore che il virus possa colpire anche gli animali domestici e da allevamento, rendendoli potenziali serbatoi di contagio.

Si è parlato anche dei ritardi dell’Italia per diagnostica e tracciamento. Ma non solo. Gli scienziati hanno sottolineato anche l’assenza di fondi per la ricerca. In Italia ci si è dovuti basare sulle donazioni private.

 

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