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La Serie A non si fermerà per un calciatore positivo. I nomi non saranno rivelati

Il Messaggero e il nuovo protocollo: no tamponi ma test sierologici. La responsabilità sarà dei medici sportivi. Il positivo sarà isolato dal gruppo

La Serie A non si fermerà per un calciatore positivo. I nomi non saranno rivelati
during the Italian Serie A football match SSC Napoli vs Fc Juventus.

Secondo quanto scrive il Messaggero, oggi dovrebbe esserci l’incontro tra la Figc e il Comitato tecnico Scientifico sul protocollo sanitario per la ripresa degli allenamenti. Se si troverà un accordo, la strada per la ripresa del campionato sarebbe spianata.

Il quotidiano riporta alcune delle novità che potrebbero esserci. La prima riguarda i test sierologici che saranno preferiti ai tamponi.

“Sono più economici e si evita così l’impasse con i normali cittadini. Di fatto l’opinione pubblica lamentava una corsia preferenziale per i calciatori. Questione superata perché dall’analisi delle Immunoglobuline G e da quelle M si può avere maggiore chiarezza sullo stato del contagio. Il tampone sarà fatto sono nei casi sospetti. Di fatto ci si sottoporrà al test molecolare solo in presenza di anticorpi (quindi persone che hanno già contratto il virus). E lo si farà per capire se sono ancora positivi perché gli anticorpi che vengono sviluppati sono un sinonimo di guarigione ma non danno una certezza matematica”.

Quando i calciatori si recheranno a sottoporsi alle visite,

“dovranno essere muniti di una autocertificazione dove specificano se hanno avuto sintomi o se sono stati a contatto con persone che li hanno avuti”.

L’altro nodo è quello che riguarda la possibilità che un giocatore risulti positivo.

Se accadrà, scrive il quotidiano, sarà trattato come un infortunato e isolato dal gruppo. Il Coni vuole che vengano seguiti i 14 giorni di quarantena come previsto dal Governo. La Lega, invece, vuole uno stop di 5-7 giorni solo per il positivo. In ogni caso non sarà rivelato il nome del giocatore risultato positivo.

Per quanto riguarda la responsabilità,

“ricadrà sui medici sociali ma come per le normali visite di idoneità sportiva. Quindi in caso di cause sarà verificato solo se hanno espletato tutta la solita profilassi”.

 

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