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La Figc corregge il protocollo: l’allenatore e il suo staff sempre con guanti e mascherina

Sul CorSport le modifiche dopo aver recepito le indicazioni del Comitato tecnico scientifico. In caso di positivo, arriva l’Asl e squadra in isolamento per 14 giorni

La Figc corregge il protocollo: l’allenatore e il suo staff sempre con guanti e mascherina

La Figc ha completato il protocollo per gli allenamenti di squadra recependo le indicazioni del Comitato tecnico scientifico.

Il Corriere dello Sport ne riporta alcuni punti.

Innanzitutto ciascun club dovrà identificare il gruppo squadra, composto da un numero limitato di persone. Ovvero calciatori, allenatori, massaggiatori, fisioterapisti, magazzinieri e altri componenti dello staff, oltre al medico sociale.

Il gruppo dovrà poi essere sottoposto a degli esami specifici che alcuni club hanno già fatto.

«Tutti i membri del gruppo dovranno essere sottoposti, indicativamente 72-96 ore prima del giorno d’inizio degli allenamenti (da oggi-domani), a: 1) Anamnesi accurata: spostamenti, contatti con Covid positivi, sintomi specifici e aspecifici; 2) Visita clinica, temperatura corporea; 3) Tampone RT-PCR “rapido” (ripetuto una seconda volta a 24 ore di distanza) + Test sierologici (IgM, IgG) con prelievo venoso».

Per i reduci dal virus sono previsti esami più accurati, tra cui una Tac polmonare ad alta risoluzione.

Perquanto riguarda i tamponi, è prevalsa la linea della Figc su quella della Fmsi. I medici sportivi li prevedevano ogni 4 giorni anche per il gruppo chiuso in ritiro. Il protocollo stabilisce invece che

«Il test molecolare RT-PCR “rapido” (ripetuto una seconda volta a 24 ore di distanza) e i Test sierologici (IgM, IgG) con prelievo venoso andranno ripetuti su tutto il gruppo squadra all’inizio della seconda settimana (dopo 7-8 giorni) di allenamenti collettivi».

L’approvvigionamento dei test non dovrà intaccare la disponibilità dei reagenti necessari ai bisogni sanitari del Paese e sarà a carico esclusivo delle società.

Le misure previste dovranno essere «stringentemente rispettate» per le prime due settimane di allenamento, con possibile estensione alla terza. Poi, in base ai dati epidemiologici e alle misure adottate dal governo, potrà essere allentata la “quarantena volontaria”.

Per la prima settimana, da lunedì, gli allenamenti dovranno essere o individuali o a «gruppi poco numerosi di massimo 7-8 elementi.

L’allenatore e lo staff tecnico indosseranno sempre mascherina e guanti e manterranno una distanza minima di almeno 2 metri l’uno dall’altro. Le sedute in palestra ridotte all’essenziale o limitando la presenza dei calciatori. Dopo il secondo tampone, all’inizio della seconda settimana, si potranno fare simulazioni delle fasi di gioco (partitella e schemi). E’ preferibile che le docce siano fatte nelle singole camere. Da evitare le riunioni tecniche oppure meglio farle all’aperto. L’accesso alla sala ristorante deve essere contingentato: per tutti pasti a self-service in monoporzioni confezionate; no a contatti con il personale del ristorante. Soprattutto nella prima settimana non dovrà essere consentita attività ricreativa in bar, sale giochi ecc. I fornitori e i manutentori non dovranno avere contatti con il gruppo squadra“.

Il nodo di una possibile positività è stato risolto nel modo seguente.

«Qualora uno dei soggetti del gruppo squadra risultasse positivo dovrà essere immediatamente allontanato e seguirà le procedure previste dalle autorità competenti».

Dunque il nuovo positivo sarà immediatamente isolato e i locali sanificati.

«Da quel momento, secondo le indicazioni formulate dal Cts, tutti gli altri componenti del gruppo dovranno non avere contatti con qualsiasi altro soggetto esterno per 14 giorni ed essere sottoposti a isolamento fiduciario con sorveglianza attiva. Saranno inoltre ripristinate le misure più “rigide” di distanziamento e ci sarà la sospensione temporanea degli allenamenti collettivi fino alla ripetizione dei test molecolari e sierologici. L’intera delegazione sportiva rimarrà posta, come è ovvio, sotto il controllo sanitario e la responsabilità dell’Asl».

Sarà l’Asl ad avere giurisdizione sul positivo e a decidere quando fare a tutti gli esami e quando far riprendere le sedute.

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