Sul Fatto lo studio del Sacco di Milano. Dai due cinesi ricoverati allo Spallanzani non sono venuti contagi di seconda generazione. Il virus non ha perso potenza. I minori contagi dipendono dal lockdown
Sul Fatto lo studio dell’ospedale Sacco di Milano che conferma l’ingresso del virus in Italia dalla Germania e il fatto che il ceppo che circola nel nostro Paese è uno soltanto, sempre quello di Codogno. Non solo. Lo studio dimostra che il virus non è più debole di prima, ma che solo il distanziamento ne ha ridotto gli effetti.
A condurre lo studio l’équipe guidata dal professor Massimo Galli, che ha analizzato finora oltre 50 sequenze complete del virus.
“Tutte riconducono ai primi tre ceppi isolati nei pazienti di Codogno. Si tratta di una fotografia che spiega, a partire proprio da una singola introduzione, quanto sia contagioso SarsCov2 e come in questi mesi di epidemia non abbia in alcun modo perso la sua forza virale, ridotta solamente dalle misure di contenimento e di distanziamento sociale imposte da Stato e Regioni”.
E’ escluso che l’ingresso in Italia dei due turisti cinesi ricoverati allo Spallanzani abbiamo prodotto contagi di seconda generazione nel nostro Paese.
Le sequenze analizzate dall’equipe di Galli sono più di 50. I ceppi provengono da buona parte delle regioni italiane, non solo dalla Lombardia e mostrano di provenire dai primi isolati nel Basso Lodigiano.
“Ogni sequenza di Rna virale è stata ripercorsa segnando passo dopo passo gli errori di replicazione di SarsCov2. Un viaggio a ritroso che termina attorno al 26 di gennaio, data in cui si nota il primo errore di replicazione. Questa è la giornata fatale in cui il virus arriva in Italia e lo fa, come spiega un primo studio del professor Galli, non dalla Cina ma dalla Germania. In Baviera, infatti, attorno al 22 gennaio vengono individuati i primi casi Covid. Centro di quel piccolo focolaio, subito bloccato, è la Webasto, società tedesca di Stockford. A far da volano è una donna di Shanghai che partecipa a un meeting in Germania. Di rientro in Cina risulterà positiva al Covid. Quel virus “tedesco” arriva a Codogno attorno al 26 gennaio e rientra in un cluster (gruppo) di altri virus in tutto simili per quanto riguarda le sequenze ribonucleiche. Tra questi alcuni ceppi finlandesi e dell’America latina. Quel primo ingresso viene così confermato oggi dall’analisi su altri 50 ceppi, in particolare su quelli isolati nella provincia di Bergamo”.
Il dubbio era che tra i comuni di Nembro e Alzano, dove i primi casi sono stati individuati il 22 febbraio, ci fosse un ceppo differente e più anziano. Lo studio di Galli dimostra invece che anche questi, come quelli di Vo’ Euganeo, derivano dal cluster bavarese.
La data del 26 gennaio è confermata dall’andamento dei ricoveri.
“Il paziente 1 mostra i primi sintomi il 9 febbraio quando fa un primo accesso al pronto soccorso di Codogno per poi ritornarvi il 19 febbraio. Data più o meno coincidente per i due anziani ricoverati all’ospedale di Alzano. Non solo. A partire dal 20 febbraio in meno di 72 ore casi Covid emergono in tutta la Lombardia e in buona parte del Nord Italia, mostrando una coincidenza di incubazione di 14 giorni che riporta all’ingresso del 26 gennaio. Se, fa notare il professor Galli, ci fosse stato un’entrata precedente il collasso sanitario si sarebbe dovuto registrare prima. Cosa che non è avvenuta”.