Nella riunione del Cts presentate due ricerche delle università di Eindhoven e Lovanio sulle possibilità di contagio tra gli atleti
Il Messaggero fa il punto sulla situazione calcio che ha incassato il primo sì: quello relativo agli allenamenti collettivi. Ma la cautela resta alta.
Le raccomandazioni degli scienziati mettono la pulce nell’orecchio. Ieri durante la riunione del Cts si sarebbe data lettura di due studi analoghi delle università di Eindhoven (Paesi Bassi) e di Lovanio (Belgio): secondo i quali in un’attività intensiva fondata su una corsa di atleti fino a 14,5 kmh, su una scia di chi insegue di 10 metri c’è dispersione nell’aria di saliva. Poi rispetto a quesiti specifici, gli scienziati avrebbero risposto che gli anticorpi di immunoglobuline di tipo G e M non significano che l’atleta sia immunizzato. Così come si deve prestare attenzione alle procedure di valutazione dell’efficienza fisica. Insomma il calcio si rimette in moto ma il terreno di gioco resta scivoloso.