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Il medico legale: «Il virus sta mutando. Al sud ha una capacità aggressiva minore»

Repubblica Napoli intervista Bacco, autore di uno studio sulle mutazioni del virus. «E’ sensibile alle temperature più elevate. In corso mutazioni genomiche che sono tentativi del virus di modificarsi per sopravvivere»

Il medico legale: «Il virus sta mutando. Al sud ha una capacità aggressiva minore»

Su Repubblica Napoli un’intervista al medico legale Pasquale Mario Bacco. Commenta l’evoluzione del virus al sud, spiega che è diverso rispetto a quello che circola a nord.

Bacco parte dai risultati dei test sierologici rapidi effettuati sulla popolazione italiana. Hanno evidenziato che il 30% delle persone analizzate è già entrato in contatto con il virus. Vuol dire che sono state sottovalutate le polmoniti atipiche che si sono evidenziate già da ottobre.

«Credo si sia sottovalutata, da parte dei nostri comitati centrali, l’incredibile incidenza di polmoniti verificatasi da ottobre, in quasi tutto il nord. Tali polmoniti furono definite atipiche dagli stessi medici e a volte ricondotte, erroneamente possiamo dire, a infezioni da legionella».

Bacco sta collaborando con la Federico II di Napoli e con l’Università di Milano per studiare le mutazioni del virus.

«Già da ore vediamo delle mutazioni genomiche che rappresentano probabilmente tentativi del virus di modificarsi per sopravvivere. È un percorso interessante, ma sarebbe prematuro parlarne».

Dalle autopsie effettuate sui morti per Covid sono emersi due elementi costanti.

«Lesioni importanti dei tessuti, per processi infiammatori non omogenei; e la formazione di trombi, più o meno gravi. Ed è quest’ultimo fenomeno che, spesso, determina la morte. Chiariamo: non sono lesioni causate direttamente dal virus, ma reazioni immunitarie sproporzionate dell’organismo di fronte al virus».

Il Covid-19, spiega, non è il virus più aggressivo che abbiamo mai visto, ma è quello che ha la più alta velocità di contagio.

«Questo virus non è il più aggressivo mai visto: è il più fulmineo nel contagio. Convivendo con il Sars-Cov2 in laboratorio, abbiamo constatato che paradossalmente è debole: molto, se lo si confronta con quello che della sua famiglia, il Sars-Cov. Purtroppo, come sempre, ha pesato il fatto che non si conoscesse il nemico. La mortalità reale dell’infezione Covid 19 è molto meno alta. Se potessimo affrontare oggi i pazienti, con le informazioni di ora, eviteremmo la metà dei decessi. Inizialmente si valutavano dannosi gli antinfiammatori, che poi invece si sono rivelati fondamentali e non useremmo in maniera indiscriminata la ventilazione profonda che è stata, a volte, dannosa. Soprattutto, sappiamo che bisogna ospedalizzare prima che si verifichi la fame d’aria».

Bacco parla anche di un virus diverso al sud rispetto al nord.

«Tutta la “famiglia” dei coronavirus è molto influenzata dal clima e dall’umidità. Noi, in laboratorio, alzando di soli due gradi la temperatura della coltura abbiamo verificato la morte del 52% dei ceppi e la loro conseguente minore “mobilità”. Il Sars-Cov2 che si è espresso nel nord Italia è completamente diverso dalla “forma” che ha agito nel sud Italia. La sua patogenicità crolla rispetto alle temperature invece ad esso ideali».

Spiega anche perché, se il virus ha difficoltà a sopravvivere con le temperature calde, in Brasile e altri Paesi caldi ci sono comunque migliaia di contagi.

«Perché ho detto che muore la metà dei ceppi, non tutti. Il risultato dell’infezione è sempre la somma di due elementi: la forza del virus e lo stato del soggetto ospitante. In Paesi come quelli da lei indicati giocano un ruolo le condizioni igieniche non eccelse, la malnutrizione».

Un altro fattore che incide sono le polveri sottili, che trasportano il virus e aumentano la sua capacità e velocità di contagio.

Il virus che circola al sud è meno aggressivo.

«Il virus che circola in questo momento al sud e, credo tra un po’ al nord, ha una capacità aggressiva minore. Ma la presenza di soggetti a rischio ci impone di essere accorti nei loro confronti. Con le distanze, con poche ma sicure tutele, fino a settembre dovremmo riprendere la nostra vita».

 

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