A Radio 1: «Dobbiamo tenere conto di tanti aspetti, compreso quello psicologico. L’età non è un fattore che protegge dall’infezione. Chi è passato per il virus porta addosso segni e cicatrici»
Ieri la Fiorentina ha effettuato l’allenamento individuale e le visite mediche comprensive di tampone ai calciatori, allo staff e anche all’allenatore Beppe Iachini.
Il Corriere dello Sport riporta le parole del medico sociale viola, Luca Pengue, a Radio 1.
«Il protocollo va attuato alla lettera, perché è fatto per tutelare la salute di tutti, e le norme sono gestibili anche se restrittive. Dobbiamo tenere conto di tanti aspetti, compreso quello psicologico. Si parla di ragazzi rimasti al chiuso delle proprie abitazioni per lungo tempo, quindi bisogna dare gradualità alla ripresa del movimento. E l’età non è un fattore che protegge dall’infezione. Io ho ancora una giovane età, eppure mi sono ritrovato in un letto di ospedale. Senza dimenticare che ciascuno di noi a casa ha una famiglia da salvaguardare».
Pengue ha poi parlato dei tre calciatori risultati positivi nella Fiorentina.
«Sono in ottime condizioni e realmente asintomatici, e questo si ricollega col concetto di nemico invisibile. Stanno bene, qualcuno si è negativizzato, ma li stiamo continuando a monitorare. Speriamo che quest’avventura per loro si concluda al più presto: chi ci è passato porta addosso segni e cicatrici. Nel mio caso, i miei cari e le persone che lavorano con me sono stati la forza per andare avanti e uscire da questo incubo».
Infine, ha escluso che qualche squadra possa nascondere i positivi trovati all’interno del gruppo per il proprio interesse.
«Lo escludo a priori. Siamo medici che fanno del rigore professionale il loro credo. E ci tengo a sottolineare che la responsabilità di un medico inizia dal momento esatto in cui inizia a fare questa professione. Nessuno di noi si tira indietro davanti alla tutela della salute delle persone che dobbiamo assistere».